Sono numerosi i bambini colpiti da balbuzie infantile che, a causa di questo disagio, mettono a rischio la loro vita sociale e la fiducia in sé stessi. Come deve comportarsi un genitore in questi casi? Scopriamolo insieme!
Balbuzie nei bambini: di cosa si tratta?
In via preliminare è opportuno fornire una precisa definizione di balbuzie: si tratta di un disturbo del linguaggio determinato da uno spasmo intermittente dell’apparato fonatorio, che costringe il soggetto a bloccarsi continuamente, a ripetere le sillabe e le parole o a inserire dei suoni privi di significato tra una parola e l’altra.
Sintomi fisici associati alla balbuzie nei bambini
L’incapacità di parlare in maniera fluida può essere accompagnata da alcuni sintomi fisici (veri e propri tic nervosi), come:
- labbra e mascelle tremolanti
- stringere i pugni mentre si parla
- sbattere velocemente le palpebre
- scatti involontari della testa e del collo
Questa condizione genera senz’altro nel bambino un profondo senso di sfiducia nei confronti di sé stesso e lo spinge a isolarsi, evitando in tal modo il confronto con il gruppo dei pari. Il terrore del giudizio altrui finisce col pesare in maniera significativa sulle sue relazioni interpersonali e sulla qualità della vita.
Come risolvere il disturbo della balbuzie?
Nel 75% dei casi la balbuzie è un fenomeno transitorio che tenderà a sparire in maniera spontanea. Qualora tuttavia si tratti di un disturbo che si protrae nel tempo, è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia. Con buone probabilità verrà consigliato un percorso multidisciplinare che prevede l’intervento sinergico di più specialisti: si pensi, ad esempio, al logopedista, al neuropsichiatra e allo psicologo. In molti casi anche gli altri membri della famiglia saranno coinvolti nel percorso terapeutico, al fine di fornire il proprio sostegno e il proprio supporto al piccolo paziente.
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