E poi arriva quel momento: quello in cui una mamma deve affidare il suo piccolo alla maestra dell’asilo. C’è chi deve compiere questo passo molto presto, nei primi mesi di vita del bambino; e poi c’è chi è così fortunato da rinviare quel momento fino alla scuola materna.
Ma a prescindere dagli impegni della mamma, esiste un’età precisa in cui sarebbe più corretto mandare i bambini all’asilo senza che ciò costituisca un trauma? Stando agli psicologi, l’ideale sarebbe partire direttamente dalla scuola materna, a tre anni, quando il bambino ha raggiunto un minimo di autonomia e imparato a comunicare con coetanei e adulti. Per le mamme che lavorano, però, ciò è un’utopia.
Nel caso, molto più frequente, in cui si debba optare per l’asilo nido, gli esperti raccomandano di non farlo prima dei sei mesi: si tratta di un’età, infatti, troppo precoce. Il bambino è ancora fortemente attaccato alla mamma, soprattutto dal punto di vista fisico, perché necessita del suo costante contatto, e si sentirebbe disorientato se fosse un’altra persona a prendersi cura di lui.
Anche se non esiste una regola standard, sarebbe bene che il bambino andasse all’asilo dopo i 18 mesi: a questo punto è già ricettivo alle novità e al contatto con gli altri bimbi, e in grado di inserirsi in una nuova realtà senza grossi scossoni.
Comunque, non è il caso di demonizzare l’asilo nido: venendo a contatto con coetanei e adulti che non siano i genitori, infatti, il bambino ha l’opportunità di sviluppare interazioni sociali che a casa non vivrebbe. In questo modo, riceve stimoli costanti che lo portano a crescere e a confrontarsi con gli altri, a partire dalla dimensione del gioco. Inoltre, rappresenta un passaggio per affrontare più serenamente la scuola materna, perché a quel punto sarà già abituato a stare in comunità.
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