Quello dello scrivere al contrario è un fenomeno che si manifesta spesso tra i bimbi in età scolare, ovvero durante il periodo in cui imparano a scrivere.
Spesso i genitori si spaventano quando vedono che il proprio figlio scrive in maniera strana o “a specchio” sia le lettere che i numeri, pensando che possa trattarsi di un disturbo serio come ad esempio la dislessia. In realtà non sempre è il caso di allarmarsi perché si tratta di episodi frequenti tra i bambini e spesso tendono a sparire da soli con la crescita.
Lo sviluppo del cervello dei bambini e la lateralità
Lo scrivere lettere e/o numeri al contrario può dipendere da problematiche legate al cervello dei bambini, che si trova ancora in una fase di crescita e sviluppo. Il fenomeno si presenta per due cause principali ed è molto più frequente nel caso dei bimbi mancini.
Il primo motivo dipende dalla “lateralità”, una fase in cui i bimbi capiscono quale sia la loro mano preferita e possono manifestare una sorta di “lateralità incrociata” iniziando a scrivere al contrario (da destra a sinistra) perché a loro risulta essere la maniera più spontanea, soprattutto se sono mancini.
L’orientamento spaziale e la direzione di lettura
La seconda causa dipende dalla percezione visiva, perché i bambini non hanno ancora sviluppato del tutto il sistema visivo e faticano a capire la differenza, ad esempio, tra le lettere speculari (“b” e “d”, per dirne una) o quelli tra alto e basso (“b” e “p”). Il sistema di orientamento spaziale dei bimbi è molto “primitivo” e non riesce ancora a capire le differenze e le simmetrie di lettere o numeri e ciò provoca diverse difficoltà nei bambini che possono sfociare nello scrivere al contrario.
La ricerca di eventuali disturbi dell’apprendimento
La scrittura al contrario non ha nessun legame con l’intelligenza, perché tantissime ricerche e diversi studi hanno dimostrato che i bimbi che scrivono al contrario non hanno nulla di meno (né di più) rispetto agli altri. Se si ha un bambino che scrive al contrario, dunque, non è il caso di preoccuparsi, a meno che il fenomeno non continui ad esserci dopo i 7-8 anni. In questi casi, infatti, è opportuno rivolgersi a degli specialisti per valutare la presenza di eventuali disturbi nell’apprendimento.
Rispettare i tempi d’apprendimento del bambino
Tuttavia non è detto che ci si trovi di fronte a problemi e disturbi gravi, magari molto semplicemente i ritmi nei bambini non sono gli stessi per tutti. I genitori non devono assolutamente imporre tempistiche prestabilite al proprio figlio né fargli pressione, rischiando di farlo sentire non all’altezza o “sbagliato” in qualche modo. Il bambino va stimolato, affiancato ed incoraggiato nello studio con un approccio paziente e amorevole.
Per aiutare il bimbo a migliorare è importante stargli vicino ed esercitarsi insieme, scrivendo e riscrivendo le lettere in modo da far imparare il gesto al piccolo in modo automatico. Per favorire il miglioramento è importante cercare di far percepire al bimbo lo studio come un gioco, facendo esercizi che stimolino la mente senza “appesantirla” e cercate sempre di alternare lo studio e i compiti al divertimento, facendo dei lavoretti insieme oppure semplicemente giocando anche sfruttando proprio lettere e numeri.
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