Le allergie sono le più frequenti malattie croniche in bambini e giovani adulti. Sono una risposta anomala del sistema immunitario successiva al contatto con una sostanza esterna, normalmente innocua, definita “allergene”.
In Italia, secondo alcuni studi scientifici sono in costante aumento soprattutto nei più piccoli. Come riconoscerle e affrontarle? Ne abbiamo parlato con la dottoressa Simona La Piana, allergologa di MioDottore
Quali sono i tipi di allergie più diffuse nei bambini? Si tratta in genere di problematiche che si risolvono con il tempo o che restano croniche?
Le allergie più diffuse nei bambini sono la rinite, l’asma allergica e la dermatite atopica. Tali patologie non sono croniche, ma migliorano con la crescita specialmente se trattate in tempo e con una corretta terapia.
In particolare, la rinite allergica è una manifestazione allergica che colpisce le prime vie aeree, naso, gola, ma anche gli occhi, provocando sintomi simili a quelli di un comune raffreddore, quali lacrimazione, starnuti, prurito al naso e agli occhi, naso che cola, congestione delle mucose nasali, difficoltà a respirare e in alcuni casi un senso di oppressione al torace. L’inalazione di pollini è una delle cause più frequenti, insieme all’esposizione a peli di animali, spore di funghi e acari della polvere. Solitamente si sviluppa in età infantile o durante l’adolescenza e ha un andamento stagionale, legato prevalentemente alla diffusione dei pollini nell’aria.
L’asma allergica è una patologia dell’apparato respiratorio causata dalla presenza di allergeni responsabili dell’infiammazione dell’albero bronchiale. I meccanismi di base di questa malattia non sono ancora del tutto chiari, ma si imputano a una reazione del sistema immunitario provocata dall’inalazione di allergeni, particelle disperse nell’ambiente verso cui l’organismo è sensibile: polline, polvere, acari e peli di animali domestici. Gli effetti di questa sensibilità colpiscono i bronchi, strutture dell’apparato respiratorio indispensabili per il passaggio dell’aria nei polmoni. Nell’asma allergica i bronchi si infiammano rendendo difficile la respirazione.
Mentre la Dermatite Atopica (DA) è un’infiammazione della pelle che si presenta con la formazione improvvisa di cute secca e pruriginosa e di chiazze rosse con vescicole. In alcuni soggetti si associa ad asma o a rinite allergica. Compare nei soggetti che hanno pelle secca e iperattiva e le parti del corpo interessate possono essere varie.
Da che età è possibile stabilire con certezza se un bambino ha problemi di allergia? Cosa si può fare prima?
Potenzialmente già dopo i tre anni è possibile effettuare i test allergici. In caso di sospetta allergia si può instaurare una prevenzione bonificando gli ambienti e instaurando una terapia sintomatica.
Esistono accorgimenti per ridurre il rischio di sviluppare allergie? Ad esempio, nel periodo dello svezzamento, è meglio far assaggiare subito o meno gli alimenti considerati “allergizzanti”?
La precoce introduzione di piccole quantità di cibi allergizzanti nel bambino può ridurre il rischio di allergia alimentare, dopo il compimento del primo anno di vita. Durante lo svezzamento, è sempre bene farsi affiancare dal pediatra che ha in cura il bimbo.
Esistono degli accorgimenti da prendere già in gravidanza e allattamento per ridurre il rischio di allergie future?
Per ridurre il rischio di allergie future nei bambini, è utile che la mamma durante la gravidanza e l’allattamento assuma fermenti lattici (bacillo reuterii) e vitamina D.
Intolleranza al lattosio nei lattanti: si tratta di un problema diffuso? Come si riconosce e si affronta?
L’intolleranza al lattosio nei bambini va sospettata ogni qual volta si manifestano sintomi come meteorismo, crampi addominali e alvo irregolare (irregolarità nella funzione intestinale).
La diagnosi si può effettuare con un test molto semplice, ovvero il breath test al lattosio: consiste in una raccolta di campioni di aria espirata dal paziente a intervalli regolari in una piccola “sacca di raccolta” prima e dopo l’assunzione (una sola volta) di lattosio sciolto in acqua.
Spesso ai bambini compaiono improvvisi sfoghi cutanei o macchie rossastre più o meno pruriginose: quando c’è da preoccuparsi? Esistono accorgimenti particolari da prendere?
Nei bambini è abbastanza comune la presenza di eruzioni cutanee pruriginose. Bisognerebbe riferire al medico allergologo ogni alimento che il bambino ha assunto nelle 24 ore precedenti, attendendo un suo riscontro per eventualmente intervenire a livello farmacologico.
Che differenza c’è tra allergia e intolleranza?
Oggi sempre più frequentemente si confonde il termine allergia con intolleranza. La prima è una reazione che avviene solitamente in modo acuto dopo avere assunto uno specifico alimento, per cui è richiesto spesso l’intervento medico urgente.
L’intolleranza invece è responsabile di sintomi gastrointestinali non gravi e non sempre è facile individuare l’alimento responsabile.
Quali sono i sintomi nei bambini che possono far pensare a un problema di tipo allergico?
I sintomi che possono far pensare a un problema allergico sono: rinorrea (comunemente indicata come “naso che cola”), starnuti, eruzioni cutanee e difficoltà respiratorie.
Quando è il caso di rivolgersi a uno specialista?
Sarebbe il caso di rivolgersi a uno specialista quando tali sintomi risultano insistenti e presenti quotidianamente.
Quali esami vengono svolti per identificare il problema e come viene poi affrontato?
Gli esami da effettuare sono test cutanei come il prick test e la spirometria per individuare rinite e asma allergica o un prelievo ematico, così da riconoscere le allergie precocemente e instaurare una corretta terapia farmacologica o immunoterapia desensibilizzante.
Il video della settimana