Malgrado vi sia molti pregiudizi in merito, le arti marziali sono discipline che non istigano alla violenza ma, al contrario, educano chi le pratica al rispetto dell’avversario e alla lealtà.
Proprio per questo non sono controindicati come sport per i bambini piccoli, che al contrario possono benissimo avvicinarsi al mondo delle arti marziali scegliendo tra le varie opzioni. Ogni disciplina, infatti, richiede un diverso approccio ed è consigliata a un’età specifica, anche se lezioni propedeutiche alle varie discipline possono essere seguite già a partire dai tre anni.
Arti marziali e bambini: sfatiamo un mito
La televisione, le riviste e soprattutto l’inconsapevolezza delle persone sono state determinanti per alimentare il falso mito secondo cui le arti marziali sarebbero discipline violente, che dunque devono essere tenute lontane dai più piccoli.
In realtà non è così, piuttosto le arti marziali educano al rispetto dell’avversario, alla lealtà e alla difesa propria e degli altri. Si tratta infatti di discipline che, dietro all’aspetto più pratico, si fondano su una solida base teorica e filosofica, figlia della cultura orientale che ne è la culla.
Ogni arte marziale nasconde una propria storia e merita un diverso approccio per poter essere vissuta e appresa al massimo: proprio per questo, non ogni età è adatta a iniziare a praticare questo genere di discipline.
Altro aspetto fondamentale è la scelta del maestro, che deve essere bravo a introdurre i giovanissimi in un mondo nuovo, per certi versi lontano dalla tradizione europea occidentale.
Come scegliere le arti marziali
Il judo, una delle più note discipline orientali, può essere praticato fin dai 5-6 anni di età: si tratta infatti di un’arte marziale improntata su tecniche e posizioni difensive, pur insegnando anche ad attaccare in caso di necessità.
Il karate, al contrario, è fondato maggiormente sull’attacco rispetto alla difesa, e per questo forse è adatto a atleti leggermente più grandi, intorno ai 7-8 anni di età.
Vi sono poi discipline come il ju-jitsu o il kung-fu che per essere davvero apprese necessitano di uno sviluppo cognitivo maggiore, quindi un’età intorno ai 10-11 anni: si tratta infatti di vere e proprie filosofie, ancora prima che arti marziali, nelle quali l’osservazione dell’avversario e la meditazione assumono un ruolo centrale.
Discorso a parte merita il kendo, una disciplina giapponese tramandata dai Samurai: famosa perché pratica con l’utilizzo di un bastone, il Kendo insegna soprattutto a difendersi e a evitare di ricorrere alla violenza per risolvere le controversie. Anche qui l’aspetto contemplativo è fondamentale, per questo è opportuno attendere che il bimbo abbia almeno 10-11 anni.
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