La notizia era circolata già durante le prime fasi della pandemia, anche in funzione delle informazioni che arrivavano da Wuhan, primo epicentro al mondo.
Gli esperti hanno fin da subito sostenuto, non con poco stupore, che il virus mostrava un’aggressività molto inferiore sulle fasce di età più basse. Dopo le ipotesi iniziali sono arrivate le prime conferme attraverso ricerche e analisi mediche, ed oggi un’ulteriore conferma arriva da un poderoso studio pubblicato sulla rivista Lancet Child & Adolescent Health a firma di oltre trenta ricercatori europei che hanno raccolto e analizzato i dati provenienti da 82 istituti sanitari specializzati, dislocati su 25 paesi dell’Unione.
Effetti del coronavirus sui bambini: l’analisi dei dati
Lo studio, di cui capofila è Marc Tebruegge, dell’Ucl Great Ormond Street Institute of Child Health di Londra, Regno Unito, è stato condotto dal 1 al 24 Aprile 2020 ed ha riguardato ben 582 bambini ed adolescenti di età compresa tra pochissimi giorni fino ai 18 anni.
Ciascuno dei pazienti ha ricevuto la conferma dell’infezione mediante tampone faringeo. Dei 582 pazienti, soltanto il 25% presentava problematiche mediche pregresse, un dato molto più basso di quello degli adulti ma che è in linea con le aspettative del personale medico. Del resto è conclamato che vi sia una stretta relazione tra l’età dell’individuo e la comparsa di disturbi della salute.
Per quanto riguarda la presenza di sintomi, nel 65% dei pazienti è stata registrata la presenza di febbre, mentre sintomi di infezione dell’apparato respiratorio si sono registrati nel 54% dei casi. Solo il 25% dei pazienti, invece, ha mostrato sintomi più gravi riconducibili a polmoniti. Tra gli altri sintomi si sono registrate problematiche gastrointestinali in circa il 22% dei bambini, e per 40 di questi vi erano associati anche sintomi respiratori. In 29 casi, oltre il virus del Covid-19, è stato individuato anche almeno un altro virus respiratorio. Di tutti i pazienti, soltanto il 16% di essi non presentava alcun sintomo.
Il 62% dei pazienti ha avuto bisogno di ricovero ma meno di uno su dieci ha avuto bisogno della terapia intensiva. Tra tutti i bambini ricoverati, l’87% non ha avuto bisogno di ossigeno, e solo 25 di loro hanno avuto bisogno di ventilazione meccanica per un periodo prolungato. Durante il periodo di osservazione, 4 pazienti sono deceduti.
Di questi deceduti, 2 presentavano malattie pregresse mentre tutti quanti avevano un’età superiore ai dieci anni.
Le conclusioni sull’effetto del Covid-19 sui bambini
È lo stesso Marc Tebruegge ha spendere parole encomiabili per questo studio pubblicato su Lancet, che a suo dire, e a ragione, “fornisce la panoramica più completa attualmente disponibile sugli effetti del Covid-19 sui bambini”.
Ciò che si evince dallo studio è in prima battuta un tasso di letalità estremamente basso, circa dello 0,0069%. Un dato che per questa fascia di età è in linea con le previsioni. Anzi, secondo il Dott. Tebruegge il dato potrebbe essere ancora più basso in quanto viene falsato da una serie di fattori, ad esempio che molti bambini con sintomi lievi non siano stati affatto testati, oppure che sia assente una standardizzazione nello svolgimento dei test.
Certamente si tratta di una buona notizia che fa tirare un sospiro di sollievo ma che non deve fa abbassare la guardia. Tanto che gli stessi esperti evidenziano l’importanza di ulteriori studi che possano supportare il personale medico nel prendere le migliori decisioni in termini di terapie da applicare per la cura dei piccoli pazienti.
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