Il celebre ospedale pediatrico Gaslini di Genova ha condotto, nei mesi di marzo e aprile – poco dopo l’inizio del lockdown in Italia – una ricerca sugli effetti della pandemia di covid-19 sul benessere fisico e/o psicologico di bambini e ragazzi sotto i diciotto anni di età. Lo studio è stato condotto mediante la somministrazione di questionari ai nuclei familiari con minori e ha coinvolto quasi settemila famiglie residenti sull’intero territorio nazionale.
Lo scopo era quello di comprendere se l’assenza di lezioni in presenza, la sospensione delle relazioni tra pari e l’impossibilità di uscire e frequentare attività sportive e ricreative abbia avuto un effetto sulla mente e sui comportamenti di bambini e adolescenti.
L’effetto del lockdown sui bambini e sui ragazzi
I risultati della ricerca – guidata dal neurologo Lino Nobili – non sono stati incoraggianti.
Il lockdown imposto nel tentativo di contenere il dilagare del contagio da coronavirus è stato un momento difficile anche per gli adulti e – stando ai risultati del Gaslini – la situazione è stata dura anche per i più giovani. I questionari a cui le famiglie coinvolte nello studio hanno risposto hanno mostrato un aumento significativo di disturbi del comportamento di vario tipo: dall’enuresi notturna all‘ansia da separazione e alla paura del buio, dall’alterazione dei normali ritmi sonno-veglia fino all’irritabilità e al pianto inconsolabile, numerosi sono stati i segnali di una regressione nel processo di sviluppo.
L’ospedale Gaslini evidenzia regressioni per oltre il 70% dei minori
La situazione appare un po’ più grave per i bambini e i ragazzi compresi tra i sei e i diciotto anni: in questa fascia di età più del 70% dei nuclei familiari intervistati ha denunciato comportamenti che rivelerebbero una regressione. Quindi sette minori su dieci sarebbero regrediti durante il periodo di lockdown. Va invece un po’ meglio – ma non molto – per i bambini in età prescolare, dalla nascita ai sei anni: in questo caso la percentuale di regressioni si fermerebbe al 65%.
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