Si parte quindi da un sistema di base, il part time concesso alle donne, che mette in equilibrio e armonia tutto il resto delle tessere che compongono il puzzle della felicità del bambino. Ma non è tutto. Il Governo eroga un contributo a tutte le famiglie a prescindere dal proprio reddito, se accadesse nel nostro Paese monterebbero subito le polemiche come accade per le graduatorie degli asili!
Non da meno l’attenzione che l’Olanda ha nei confronti delle mamme e dei bambini. Basti pensare che quando si va in giro col proprio piccolo, si trovano diversi spazi sia per il cambio del pannolino che per l’allattamento. In Italia è già un miracolo se sui mezzi pubblici viene lasciato libero il posto assegnato alle donne in gravidanza o a quelle con bambini piccoli in braccio. La civiltà di un Paese si evince anche da queste piccole, grandi, cose. Ma l’aspetto più aberrante dell’Italia è che le mamme sono messe sempre davanti a una scelta: carriera e maternità. Sembra quasi che queste due parole siano come l’acqua e l’olio e non debbano mai trovare un punto d’incontro.
L’eterna dicotomia che fa del nostro Paese il 22°su 29 nella classifica dei bambini più felici del mondo, dove, appunto, gli olandesi vincono la medaglia d’oro e l’ultimo posto spetta alla Romania. Eppure basterebbe così poco per fare questo mondo un po’ più a misura di mamma e di bambino e un po’ meno orientato verso la corsa alla ricchezza e al potere, basterebbe sovvertire la piramide dei valori per guadagnare punti in questa particolare classifica che, seppure resta un dato statistico, fa capire molte cose.
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