Per ogni genitore i figli sono delle creature speciali: non è un fenomeno raro che agli occhi di mamma e papà, il proprio piccolo appaia come un bimbo fuori dall’ordinario. A volte, tuttavia, ci si distacca dal concetto di “guardare con gli occhi dell’amore” e si finisce con l’attribuire al bambino delle caratteristiche che possono sfociare nel campo del paranormale.
È quello che accade quando si parla di bambini indaco: si tratta di un concetto pseudoscientifico, nato nell’ambito della cultura New Age. Portato all’attenzione del grande pubblico dalla parapsicologa Nancy Ann Tappe, negli anni settanta, questo termine è diventato molto diffuso grazie all’opera di Lee Carroll e Jan Tober, “The indigo children“, in seguito alla quale hanno cominciato ad essere elaborate teorie. Attraverso la produzione di articoli, documentari, libri e l’organizzazione di congressi, l’ideologia dei bambini indaco è diventata molto conosciuta e ha cominciato a incuriosire moltissimo i genitori delle nostre generazioni.
Chi sono i bambini indaco?
I bambini indaco prendono il nome dal colore di quella che dovrebbe essere la loro aura, un’aura forte e mistica, ben diversa da quella che caratterizza i bambini cosiddetti “normali”. Si tratta di bambini dalle capacità soprannaturali, dotati di grande intuito e intelletto, la cui incredibile capacità di empatia li rende quasi in grado di poter leggere nel pensiero. Questi bambini sono dotati di menti evolute e sono estremamente coscienti di sé stessi.
I bambini indaco si distinguono quindi per le loro particolari capacità psichiche: essi sono creativi, hanno capacita intellettive notevoli, fuori dall’ordinario; negli ultimi anni, questo termine si è ampliato anche in riferimento alle capacità tecnologiche dei bambini, ovvero rivolgendosi a quei bimbi dotati di spiccato talento nel manovrare e utilizzare la tecnologia.
I bambini indaco vengono descritti come bimbi particolarmente sensibili ed empatici, predisposti alla spiritualità e il cui spirito libero rende spesso difficile attenersi alla disciplina e convivere con le norme imposte dalla società.
A livello fisico, non mostrano peculiarità in grado di renderli facilmente riconoscibili, eccezion fatta per lo sguardo, che pare essere estremamente diretto e penetrante.
I pericoli delle teorie sui bambini indaco
Sono state mosse molte critiche rispetto a queste teorie sui bambini indaco, cominciate negli anni settanta ed evolutesi fino al giorno d’oggi: questo perché a volte, la descrizione dei tratti salienti di questi piccoli somiglia molto a quello che denota disturbi dell’attenzione. Questo può causare ritardi nel diagnosticare efficacemente e curare questo disturbo, a danno del bambino.
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