C’è forse, per un genitore, paura più grande di perdere le tracce del proprio bambino? Smarrito durante una gita, perso di vista in spiaggia, o addirittura rapito. C’è qualcosa che può terrorizzare di più una mamma o un papà del non sapere che fine abbiano fatto i propri figli?
Qualcuno potrebbe dire che si tratta di una pura paranoia, di cose che succedono più nella nostra testa che nella vita reale. Ma è davvero così?
Bambini rapiti: fotografia degli ultimi mesi
Come non pensare all’ipotesi che, anche sotto i nostri occhi, i nostri bambini possano scomparire: semplicemente perché si sono distratti e si sono persi o sono stati addirittura rapiti.
Come non pensarci, in questi giorni, rincorrendosi le notizie della povera Kata, la bambina di soli 5 anni, rapita in quello che doveva essere il luogo per lei più sicuro.
Nel caso della piccola Kata, esso pare legato ad un contesto particolarmente fragile, sotto molti punti di vista. Ma non è sempre in un contesto dalle mille crepe, che i bambini spariscono.
In questi ultimi mesi, ad esempio, c’è stata anche un’altra notizia che ha spaventato molto: il tentato rapimento, in Gae Aulenti, piazza milanese sempre assai frequentata e che si trova in un bellissimo quartiere, di un bambino di circa due anni. In pieno giorno, a pochi passi dal padre, una donna ha cercato di rapire la bambina. Ella è stata prontamente fermata, prima dal padre e poi dalle forze dell’ordine, eppure il misfatto era avvenuto a pochi metri dalla famiglia.
Pochi giorni dopo il tentato rapimento del bambino a Milano, fatto analogo è accaduto in provincia di Monza. Una bambina di 8 anni, in strada con due amichette un po’ di grandi di lei, al rientro da una festa di compleanno, sarebbe stata fermata da una donna, in auto, che avrebbe ternato di strascinarla all’interno dei veicolo. Grazie alla presenza delle sue due amiche, la piccola è riuscita a sfuggire dal tentato rapimento.
I primi di Giugno, nella città di Ferrara, di fronte alla stazione ferroviaria, c’è stato un altro tentativo di rapimento ai danni di un minore. Un uomo ha cercato di rapire una bambina di tre anni, che era addirittura in braccio alla madre. Grazie alla nonna e alla presenza dei carabinieri, il rapimento non è andato secondo i piani dell’uomo.
Nel mese di Aprile, ancora un altro tentato rapimento di un bambino, ma questa volta addirittura all’interno dell’abitazione del piccolo. L’evento, con lieto fine per la famiglia del bambino, è avvenuto a Fiumicino. Un uomo si è fermato davanti all’’abitazione del bambino, è entrato all’interno del giardino nel quale il piccolo stava giocando, ed ha tentato di portarlo via. Per fortuna, il piccolo ha risposto con dei calci, riuscendo a fuggire.
Bambini scomparsi: fare attenzione ai parchetti
Ci sono molti fatti di cronaca che ci restituiscono un situazione di allerta, quando i bambini sono molto piccoli e si trovano in luoghi pubblici o molto frequentati. A volte i rapitori sono persone disturbate, che hanno una visione distorta della realtà, altre volte sono adulti lucidi con missioni ed obiettivi biechi quanto precisi. A volte si tratta di persone già attenzionate dalla polizia, altre di individui dall’aspetto tutt’altro che molesto.
C’è un sottobosco di notizie che si susseguono nei gruppi privati di mamme che non arrivano in questura o sulle pagine dei giornali. Sono dei passaparola che hanno l’obiettivo di allertare genitori, nonni, nonne e tate, di adulti che destano preoccupazione, in quanto si aggirano nei parchetti, vicino alle aree giochi dei bambini, alla palese ricerca di un attimo di distrazione. Qualcuno potrebbe parlare di suggestione e sicuramente questo elemento rischia di avere un peso specifico nel nostro giudizio, eppure, non sempre è solo qualcosa che avviene nelle nostra mente.
Ricordo di aver letto il post di una mamma che, su Facebook, aveva raccontato quanto accaduto alla tata del proprio bambino, sempre a Milano, in zona Parco Sempione. Un luogo molto ampio e frequentato. Vicino all’area giochi, in presenza di molte famiglie e bambini, un uomo con una ragazzina, avevano avvicinato il bambino che era sotto la custodia della tata. Inizialmente, lei, credendo che si trattasse di un papà con sua figlia, non si era allarmata, ma dopo poco, assistette ad una scena raccapricciante: il bambino aveva cominciato a seguire la ragazzina ben oltre i margini dell’area giochi. Non appena la baby sitter si era messa a correre e a chiamare il piccolo, la ragazza e l’uomo sono scappati.
Eventi simili, di tentati rapimenti, anche con il coinvolgimento di un minore, sono certamente non frequenti ma possibili. Qualche anno fa, proprio per sensibilizzare le famiglie a rimanere vigili, anche nei parchi nei quali ci si sente più sicuri, su Facebook, girava un video ad hoc.
Si mostrava come è facile, se non si guarda bene il proprio figlio, che egli, seguendo quello che crede essere un nuovo amichetto più grande, possa esser portato via dallo sguardo del genitore e possa sparire a pochi passi dalla panchina dove si trova sua mamma o suo padre.
Perdere i bambini, al mare, in spiaggia
Per fortuna, a volte, accade qualcosa di molte più semplice. Perdiamo di vista nostro figlio, nostra figlia, ci spaventiamo, non lo vediamo per un tempo che pare interminabile, pur trattandosi di un paio di minuti, mentre si trova alle nostre spalle, alle prese con paletta e secchiello sotto il nostro ombrellone.
Chissà quante di noi potrebbero raccontare la propria storia. La paura di aver perso i propri figli, bambini piccoli, non in grado ancora di esprimersi, di difendersi, che per fortuna erano poco distanti da noi. La paura ci acceca, ci destabilizza, non ci fa ragionare. Per questo, dobbiamo prendere degli accorgimenti, soprattutto ora, con l’estate, con la maggiore frequenza di luoghi aperti, soprattutto in spiaggia.
Cerchiamo di aiutarci fra genitori. Guardiamo i nostri bambini a vicenda. Allertiamoci, gli uni gli altri, se vediamo qualcosa o qualcuno di sospetto, meglio preoccuparsi di più che sottovalutare. Insegniamo ai nostri figli dove e da chi andare, in caso si smarrissero, cosa fare se non dovessero trovare il nostro ombrellone come la strada di casa. Insegniamo loro come chiedere aiuto e a chi, mettiamo nella loro tasca il nostro numero telefonico, se siamo all’estero e se non fossero in grado di impararlo a memoria o di comunicarlo.
Non importa quanto siano piccoli, ma pensiamo ad un piano in caso si perdessero: in spiaggia non è così raro che accada.
È più probabile che i bambini si perdano piuttosto che vengano rapiti, ovviamente. Ma noi non possiamo abbassare la guardia, anche solo per evitare di passare un brutto quarto d’ora!
Infine, ricordiamo che, quando un minore sparisce è necessario chiamare immediatamente il 112, comunicando caratteristiche fisiche ed abbigliamento del bambino al momento della scomparsa. Dai fatti di cronaca lo sappiamo: le prime ore sono fondamentali, meglio, in questi casi, essere subito solerti.
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