27 settembre 2024 –
Se passate a Londra in questi giorni, potreste vedere alcuni bambolotti legati in fascia alle statue di uomini illustri: è il gesto simbolico del gruppo “The Dad Shift”, una piccola provocazione che non è passata inosservata e che vuole sollecitare nuove risposte sul tema dei congedi di paternità.
Bambolotti in fascia sulle statue a Londra ed Edimburgo
Cos’hanno in comune le statue di Isambard Kingdom Brunel, gli attori Laurence Olivier e Gene Kelly, e i calciatori Thierry Henry e Tony Adams? I questi giorni sono stati tutti oggetto di una curiosa campagna di sensibilizzazione, che li ha visti come papà dotati di fascia porta bebè e bambolotto.
Questi personaggi illustri, disseminati nelle strade di Londra e di Edimburgo, hanno tutti prestato la loro faccia e la loro visibilità alla curiosa protesta del collettivo londinese The Dad Shift (letteralmente “il turno dei papà”): si battono principalmente per avere finalmente un congedo di paternità degno di questo nome in Regno Unito, e anche per rivendicare l’importanza e il ruolo dei papà nella vita dei figli.
L’importante ruolo dei papà
George Gabriel, co-fondatore dell’organizzazione, ha spiegato che spesso le donne vengono interpellate sui loro ruoli sociali e familiari come mogli, madri e figlie, mentre gli uomini, specialmente quelli in posizioni pubbliche, raramente vengono invitati a parlare della loro esperienza di paternità.
Questo squilibrio culturale contribuisce a una percezione distorta del ruolo del padre nella società, riducendone la centralità nella cura dei figli. “Volevamo mettere in luce l’importanza del ruolo paterno e l’urgenza di migliorare il supporto ai genitori“, ha dichiarato Gabriel.
Infatti il gruppo non si limita a chiedere più giorni di congedo di paternità, ma punta su una ragione inoppugnabile: più congedi di paternità, senza nulla togliere al congedo di maternità, significa semplicemente avere “abbastanza tempo libero per i papà per supportare la loro partner e creare un legame con i loro figli”.
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Una situazione win-win, in cui tutta la famiglia (padri, madri e figli) beneficiano di tempi per occuparsi e curarsi di tutti i suoi membri.
Il congedo di paternità in Regno Unito
Uno dei temi chiave sollevati da “The Dad Shift” riguarda la necessità di un congedo di paternità più equo e sostenibile. Attualmente, nel Regno Unito, i padri hanno diritto a sole due settimane di congedo retribuito, con un pagamento settimanale di 184,03 sterline, una somma insufficiente a garantire un vero sostegno economico alle famiglie.
Di conseguenza, molte famiglie faticano a gestire il bilancio domestico durante questo periodo, e una recente indagine ha rivelato che un terzo dei padri non ha preso alcun congedo dopo la nascita del figlio, mentre metà delle famiglie in cui il padre ha usufruito del congedo ha affrontato serie difficoltà finanziarie.
Il congedo di paternità nel Mondo
Come vi dicevamo anche in un nostro articolo, il tema dei congedi di maternità e paternità è particolarmente sentito negli ultimi anni. Ed è anche trattato in modo molto diverso a livello internazionale.
In Spagna, ad esempio, i padri hanno diritto a 16 settimane di congedo retribuito, equiparato a quello delle madri, una misura che favorisce l’uguaglianza di genere nella cura dei figli. In Svezia, uno dei paesi più all’avanguardia in termini di politiche familiari, entrambi i genitori, compresi quelli LGBTQ+ e adottivi, possono usufruire di 240 giorni di congedo retribuito ciascuno. Questo sistema riconosce e promuove il valore della genitorialità condivisa.
Il Giappone ha un sistema ancora più generoso, che prevede fino a 52 settimane di congedo di paternità retribuito, anche se poi non tutti i padri ne usufruisce. Secondo le recenti stime, solo il 30% dei padri giapponesi ha scelto di usufruirne nel 2023, anche se si tratta di un aumento significativo rispetto al 2,3% del 2014. Questa bassa partecipazione è spesso attribuita a norme culturali che vedono il ruolo del padre come secondario rispetto a quello della madre nella cura dei figli.
In contrasto, paesi come gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda non offrono alcun congedo di paternità retribuito a livello nazionale, una lacuna che mette in evidenza quanto sia disomogenea la situazione a livello globale.
La media dei paesi dell’OCSE, che include anche l’Italia, si attesta su circa 10,4 giorni di congedo retribuito per i padri, un dato che evidenzia la necessità di un impegno maggiore per garantire un migliore equilibrio tra lavoro e famiglia per tutti i genitori.
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