Ci sono tante piccole incombenze nella nostra quotidianità, come andare in Comune a chiedere quel documento oppure contare su una persona fidata che ritiri i bambini a scuola quando siamo inchiodate a letto con la febbre, che pagheremmo oro purché qualcuno ci sostituisca. Oppure ci sono quei lavoretti per i quali ci vorrebbero le mani di fata, come fare un orlo a quei pantaloni nuovi, o tanta pazienza, forza e tempo, come potare l’albero del giardino che è cresciuto a dismisura.
Arrivare dappertutto nella nostra epoca è sempre più difficile, vuoi per limiti di tempo vuoi per limiti di abilità. Per questo, il darsi una mano è diventato un gesto che assume un valore nuovo nella nostra realtà: sono sempre di più le mamme che si mettono d’accordo per chi debba andare a turno a prendere i bambini e i vicini che si scambiano favori.
Piccole e anonime iniziative che sempre più spesso si allargano e danno vita a una particolare rete di vicinato, la banca del tempo.
Come suggerisce il nome, quest’organizzazione è una sorta di istituto di credito dove non si depositano e accumulano soldi, ma ore di tempo dedicate agli altri iscritti. Le ore possono essere accumulate nei modi più disparati: andando a fare la spesa oppure passando dal medico a ritirare la ricetta, cucinando una torta per una festa di compleanno o stirando camicie e pantaloni.
Poco importa quello che si sa’ fare, l’importante è condividere il proprio tempo e i propri saperi: infatti, qualunque abilità (culinaria, di cucito, di giardinaggio o informatica) è gradita, così come il semplice accudire i bambini o avere del tempo a disposizione per le commissioni quotidiane.
La morale della favola è che il tempo è denaro: più che mai nella banca del tempo.
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