Ogni carezza, ogni singolo bacino dato al nostro piccolo non è solo un modo per dimostrare quanto lo amiamo. E’ un messaggio inviato alla sua pelle che conduce il bebè alla scoperta del mondo esterno.
Un viaggio di sensazioni diverse
Nel ventre materno il feto pian piano si forma e cresce. Immerso nel liquido amniotico, il bambino sviluppa l’udito, inizia a capire come muovere gli arti e ad apprendere come stimolare la sua piccola bocca con le dita.
Non appena si è formato completamente il bebè, è pronto per venire alla luce e dare il via alla grande esperienza della vita. I suoi sensi, tuttavia, anche se già sviluppati nella pancia della mamma, sono sperimentati dal feto in un modo tutto diverso dalle “vecchie” abitudini nel pancione. L’acqua in cui era immerso svanisce e al suo posto compare l’aria, la temperatura corporea cambia, il battito cardiaco deve cercare un nuovo equilibrio, ma soprattutto non è più solo.
Ad attenderlo ci sono cose e persone, un universo sconosciuto e interessantissimo tutto da scoprire. E la pelle del bambino è proprio quel mezzo per entrare in contatto con tutto ciò che di nuovo gli prospetta la vita.
La pelle: primo mezzo di comunicazione
Essendo un organo sensoriale, la pelle traduce le sensazioni provenienti dall’esterno in impulsi che, dopo essere stati raccolti dalla cute, vengono trasmessi al cervello.
Da qui sono poi decodificati e tradotti in emozioni. Ed è sorprendente scoprire che in ogni angolo della pelle del bambino vi siano dei recettori sensoriali pronti ad accogliere la più piccola e infinitesimale emozione: più sensazioni positive recepisce il neonato e più sarà calmo e placido.
Per questo motivo ogni gesto d’affetto, il massaggio infantile e il contatto pelle a pelle con la mamma favoriscono nel bambino tutta quella sicurezza necessaria per non fargli percepire il mondo esterno come sconosciuto e pauroso. Via libera, quindi, alla terapia delle carezze: abituate vostro figlio ad accogliere stimoli affettivi attraverso la pelle e ne trarrà moltissimi benefici!
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