Bere e fumare in gravidanza sono due comportamenti molto dannosi per la salute del feto; sembrerà banale, sembrerà una cosa ovvia, ma secondo alcune statistiche ancora oggi, ogni anno, 1 bambino su 100 negli States e 1 su 200 in Europa nasce affetto dalla FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorders), un termine che racchiude una serie di disturbi e malattie, sia mentali che comportamentali, derivanti dal consumo materno di alcol durante la gestazione.
La campagna shock sul consumo di alcol in gravidanza
Per sensibilizzare le future mamme sull’importanza di astenersi da questa pericolosissima abitudine, la European FASD Alliance ha lanciato una campagna shock: su fondo scuro, risalta la figura di un feto immerso in una bottiglia. Il bambino, anziché essere protetto dal liquido protettivo, viene avvolto da una bevanda alcolica di birra, di spumante o di un superalcolico.
La scritta in alto recita “Too Young to Drink”, ovvero “troppo giovane per bere” fa riferimento al fatto che quasi tutto quello che la mamma ingerisce passa alla placenta e poi al feto.
Per questo si insiste molto sulle abitudini sane in gravidanza, alimentari e non.
Cos’è la FASD: la sindrome feto-alcolica
La FASD è una sindrome che si può prevenire al 100%, semplicemente non consumando alcol in gravidanza.
Un’elementare astinenza che, come visto, non viene rispettata da troppe madri nel mondo e che ha portato all’istituzione di una giornata a tema (il giorno 9 del nono mese dell’anno, il 9 settembre).
Al di là della singola giornata, il problema della FASD andrebbe ribadito più spesso: anche solo bere un paio di bicchieri di vino al giorno, normalmente considerati un uso moderato di alcol, durante i pasti, non è un gesto innocuo, ma un comportamento le cui conseguenze possono essere molto pesanti per il feto.
Anche se le ricerche condotte e i vari studi in merito non hanno ancora saputo dirci esattamente quanto alcol possa causare l’insorgere della FASD, il buon senso, così come le raccomandazioni mediche, ci impongono di non bere alcol in gravidanza per evitare di far correre rischi inutili alla salute del nostro bambino.
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