Bambini che scendono dalle auto ferme in colonna, salutano e si dirigono verso il cancello della scuola: se anche voi avete figli in età scolare questa scena vi sarà molto, ma molto familiare. In Italia solo il 16% dei bambini va a scuola da solo, contro medie europee decisamente più elevate (in Gran Bretagna circa l’80%, per intenderci).
A voler essere comunque obiettivi, non si tratta solo di iper protezionismo da parte di noi genitori, ma anche di infrastrutture: negli altri Paesi europei le piste ciclabili sono all’ordine del giorno, da noi… beh, lasciamo perdere. Per questo, quindi, in molte grandi città italiane è partito il progetto “Bike to school” che, come suggerisce il nome, intende incentivare l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto per andare a scuola.
Il funzionamento è molto simile al Piedibus: una volta definito il tragitto, con tanto di fermate per recuperare i vari aderenti, si forma il gruppo formato da degli adulti in apertura e in chiusura della colonna. Indispensabile, per il buon funzionamento dell’iniziativa è la visibilità dei ciclisti (con pettorine catarifrangenti), ma anche la sponsorizzazione della stessa.
Le finalità primarie che con il “Bike to school” si vogliono raggiungere sono principalmente due: da una parte sensibilizzare i bambini sin da piccoli all’utilizzo della bicicletta per raggiungere la scuola e, dall’altra, renderli più autonomi negli spostamenti. Infatti, l’essere sempre accompagnato da mamma e papà non stimola certo l’autonomia del bambino che, una volta iniziata la scuola superiore, si sente improvvisamente “smarrito” nel doversi recare a scuola da solo.
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