Proporre ai bambini di svolgere attività extrascolastiche numerose potrebbe rivelarsi deleterio per il loro sviluppo. A scoprirlo, un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado che ha preso in esame le abitudini di 70 famiglie. A venire meno, sarebbe in particolare la capacità da parte dei più piccoli di sapersi gestire da soli, nonostante gli impegni inderogabili della quotidianità.
Lo studio dell’Università del Colorado
La modernità induce i genitori a volere che i propri figli seguano tanti altri tipi di percorsi che vanno spesso al di là di quelli formativi intrapresi tra i banchi di scuola.
Tutto ciò rappresenta un bene, ma potrebbe anche rivelarsi dannoso per la loro salute. Per dimostrarlo, l’università del Colorado ha studiato le abitudini di 70 bambini di 6 anni, chiedendo ai genitori di compilare una sorta di diario in cui elencare tutte le attività e gli impegni dei loro figli.
Dopo aver individuato i bambini più impegnati e quelli con maggiore tempo libero, i ricercatori hanno sottoposto tutti a una serie di test in cui valutare la loro capacità di raggiungere obiettivi in autonomia.
I risultati che sono sopravvenuti dopo una lunga analisi parlano chiaro: più i bambini sono impegnati, più tendono a manifestare difficoltà nell’organizzarsi e gestirsi da soli.
Essere troppo programmati porterebbe i più piccoli a non maturare un idoneo senso critico nei confronti della vita e di avere una scarsa capacità di gestione in futuro, rispetto a quelli che saranno gli impegni di domani.
Mancato senso critico e scarsa capacità di gestione, quando il troppo stroppia
Il troppo stroppia, non lo dice soltanto un proverbio antico, ma è tutto quanto di buono questo gruppo di esperti ha fatto emergere a seguito di un monitoraggio continuo sul fenomeno.
Quando i bambini vengono sopraffatti dagli impegni e, il più delle volte non decidono da soli i percorsi da seguire dopo la scuola, sopraggiunge un’inevitabile lacuna di carattere organizzativo: più avanti con l’età, questi potrebbero non comprendere bene l’importanza di avere una capacità di gestione che consenta loro di vivere la quotidianità nel migliore dei modi.
Non solo: se seguire un corso di chitarra, andare a calcio, a basket o a nuoto, piuttosto che intraprendere un percorso nella recitazione, ad esempio, sono state attività “imposte” e non valutate attentamente assieme al bambino, potrebbe portare loro a reprimere quelle che sono le vere passioni, che solo con il tempo trovano il modo di emergere.
Le aspettative sui risultati, infine, rischiano di generare nei più piccoli anche ansia da prestazione, rendendo i pomeriggi e le giornate ricche di impegni fonte di inevitabile stress.
Insomma, gli impegni extrascolastici arricchiscono ma vanno valutati attentamente, senza dimenticare che per i piccoli anche un po’ di noia fa bene: bisogna ascoltare le impressioni dei bambini, facendo in modo che riflettano autonomamente prima di prendere qualsiasi decisione. Cresceranno bene, più in fretta e sicuri di godere di un’identità ben solida in futuro.
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