Allo store Ikea di Catania una famiglia si è vista negare l’ingresso dato che il loro bambino disabile era senza mascherina, anche se le norme vigenti non costringerebbero a indossarla. La vicenda è diventata di dominio pubblico dopo la denuncia della madre e la nota dell’azienda che ha chiesto scusa e si è detta pronta a trovare una soluzione.
Ikea nega l’accesso a un bimbo disabile
All’Ikea di Catania un bimbo disabile di 7 anni si è visto negare l’ingresso perché sprovvisto della mascherina: a raccontare la vicenda è stata Manuela Cirvilleri, madre del piccolo che è affetto dalla Sindrome di Angelman. La famiglia sarebbe stata infatti bloccata all’ingresso nonostante la legge consenta ai bimbi con disabilità non compatibili con i più comuni dispositivi di protezione di non indossare la mascherina.
Dopo il divieto arrivato anche da uno dei dirigenti della sede etnea della multinazionale svedese, la madre è andata via promettendo di denunciare l’accaduto, cosa che ha fatto con una diretta Facebook. Subito dopo la pubblicazione del video il profilo di Manuela è stato bloccato da Facebook, ma in seguito il profilo e il video sono tornati visibili.
Il commento dell’azienda sulla vicenda
“Lo trovo ingiusto da parte di Ikea e poi è curioso che Facebook mi abbia bloccato il profilo dicendomi che era per tutelare i miei dati, ma non era vero e quando ho provato a riattivare l’account non ci sono riuscita” ha detto alla stampa la signora Cirvilleri. Tuttavia la protesta della donna è diventata di dominio pubblico che ha portato il giorno seguente l’azienda specializzata nella vendita di mobili e complementi di arredo a fornire una replica con delle scuse e precisazioni in merito:
“Ci dispiace che la soluzione da noi auspicata non fosse conferme alle sue aspettative ma ci piacerebbe confrontarci per trovarne una assieme” ha scritto alla mamma Alessandro Aquilio, addetto alle relazioni esterne di Ikea per l’Italia, precisando che l’azienda non ha nulla a che fare con l’oscuramento del profilo Facebook della donna.
Nella mail inviata direttamente alla mamma inoltre Ikea ricordava che da sempre promuove una cultura dell’inclusione ma, allo stesso tempo, la tutela della salute dei propri dipendenti e anche dei clienti. “Questo tipo di gestione delle persone senza mascherina è stata fatta in assoluta buona fede” ha aggiunto Aquilio auspicando di poter avere presto un chiarimento con la signora Cirvilleri: da parte sua la mamma ha detto all’edizione siciliana de “La Repubblica” di essere intenzionata a contattare l’azienda per risolvere il caso e ha aggiunto che il suo unico desiderio è “evitare che una cosa del genere non accada più”.
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