La rabbia fa parte della gamma di sentimenti che un essere umano può e deve provare, tuttavia la cultura e la società occidentale hanno, per secoli, demonizzato questa emozione invogliando le persone e i bambini a reprimerla piuttosto che imparare a gestirla.
Dagli Stati Uniti arriva un’autentica rivoluzione che porta il nome di “rage room”, si tratta di una stanza in cui le persone possono sfogare e scaricare la rabbia, riempendo oggetti e colpendone altri.
Questo metodo è stato portato in Italia ed è disponibile anche in una versione rivisitata per i più piccoli.
La stanza della rabbia, dove i bambini possono conoscere a fondo questo sentimento.
Per imparare un sentimento come la rabbia non occorre evitarlo, ma conoscerlo in ogni sua sfumatura. Per poter comprendere a fondo un’emozione è necessario abbandonarsi ad essa e scoprire fin dove può portarci.
Questo è il senso della “rage room” che permette, ad adulti e bambini, di farsi abbracciare da questo “mostro” di nome rabbia per conoscerlo meglio, imparando così a gestirlo.
Grazie a Sonia e Sissi dall’autunno del 2018 anche in Italia, più precisamente a Bologna, è disponibile la “stanza della rabbia” pensata per gli adulti.
Dopo qualche tempo però le due ragazze si sono interrogate sulla possibilità di creare una “rage room” per bambini e, con il supporto di professionisti e pedagoghi, hanno messo in piedi una realtà simile, ma decisamente più soft, fatta di tappeti gommosi, bottiglie di plastica, peluche, palloncini con la vernice, giornali, vecchi libri, scatole di carta e bottiglie di plastica.
In questo ambiente i bambini possono dare libero sfogo alla loro energia, facendo cose che normalmente sono vietate, ma senza correre alcun rischio.
Rage room per bambini: come funziona?
I bambini più piccoli possono accedere all’area destinata alla “rage room” accompagnati da mamma o da papà, tuttavia è possibile entrare anche in compagnia di altre bambini purché il gruppo non sia composto da più di 3 persone.
Sissi ha raccontato sul Corrire di Bologna come sono andate le prime settimana dall’apertura della “stanza della rabbia” baby:
“I bambini hanno capito perfettamente come funziona e non avendo nessuno che li disturba si sono dati da fare in fretta. La prima volta che abbiamo detto loro che potevano urlare liberamente erano un po’ spaesati, ma già dalla seconda volta si sono lasciati andare. Qualcuno è entrato con un paio di amici, qualcuno da solo”
I prossimi obbiettivi prevedono collaborazioni con professionisti che si occupano di disturbi del comportamento in età infantile e, perché no, una “rage room” per gli adolescenti.
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