Le mamme dovranno dire addio al bonus babysitter per il 2019. Infatti, a partire dal 1 gennaio di quest’anno, non sarà più possibile presentare tale domanda che permetteva alle donne lavoratrici di beneficiare di tale contributo.
Come funzionava il bonus Baby-Sitter
Questo bonus era rivolto alle mamme lavoratrici, sia facenti parte del pubblico che del privato e senza distinzione tra imprenditrici, autonome o dipendenti. In particolare, per beneficiare del bonus, le richiedenti non dovevano aver fruito dell’intero periodo del congedo parentale e il loro figlio non doveva aver superato i 12 mesi di età.
Se rientravano nei requisiti, le mamme lavoratrici avevano diritto ad un contributo di fino a 600€ al mese che potevano essere utilizzati nei servizi per la prima infanzia, pubblici o privati oppure come voucher per i servizi di baby sitting, per un totale massimo di sei mesi.
Le altre misure in favore della Famiglia che sono state finanziate
Tuttavia, questo contributo così importante per le famiglie, non sarà prorogato per il 2019 : ci sarà invece il bonus asilo nido che sale da 1000 a 1500€ per quest’anno e il bonus bebè per i bambini nati o adottati durante l’arco del 2019 entro i 12 mesi. Nonostante le altre misure messe in campo, il malcontento e soprattutto la difficoltà delle mamme di poter conciliare la famiglia con il lavoro si fa sempre più difficile. Infatti, il bonus babysitter era un contributo che nell’anno 2017 aveva aiutato un numero importante di mamme, ben oltre 8 mila.
Sempre meno aiuti alle mamme che lavorano
Detto questo, si nota sempre di più come l’Italia non dia abbastanza spazio nelle sue manovre alle agevolazioni alla famiglia e in particolare alle mamme che desiderano continuare a lavorare dopo la nascita di un figlio. Questo discorso si comprende bene perché contemporaneamente all’eliminazione del bonus babysitter si promuove il nuovo congedo che permette alle mamme di lavorare fino all’ultimo giorno di gravidanza ottenendo in questo modo di poter usufruire dell’intero congedo dopo la nascita del bambino. Tuttavia i sindacati parlano di un passo indietro e non di una conquista e lo stesso pensiero è quello dei medici che confermano che questa manovra non fa altro che penalizzare ancora di più la famiglia e in particolare la donna, che altro non desidera che stare il più possibile con il neonato rimanendo quindi costretta a lavorare fino al termine della gravidanza.
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