Davanti alla legge, non ci sono distinzioni quando si parla di figli: naturali e legittimi, biologici o adottati, la legge riconosce a tutti i genitori i medesimi diritti, ma anche i medesimo obblighi. Lo stesso non possiamo però dirlo della Regione Lombardia la cui scelta di non far accedere i genitori adottivi ai fondi economici stanziati con il Bonus Bebè non può che far discutere.
Nell’ambito del reddito di autonomia, la Regione Lombardia ha presentato un pacchetto di misure di sostegno alla famiglia fra cui è incluso il Bonus Bebè, ovvero un assegno che viene erogato alle famiglie che hanno avuto nell’autunno scorso (entro il 31 dicembre) il secondo o il terzo figlio e che hanno un reddito Isee inferiore a 30.000 €.
La somma complessiva messa a disposizione è di tre milioni di euro e la domanda è da presentare entro fine mese per aver diritto all’assegno da 800 € per il secondo figlio e da 1.000 € per il terzo.
Una bella iniziativa, dunque, per venire incontro alle esigenze di carattere economico che tutte le famiglie si trovano a dover fronteggiare quando arriva un figlio. Peccato però per le famiglie adottive (stimate in circa 400 in Lombardia): per loro non ci sarà la possibilità di accedere al Bonus Bebè.
Una discriminazione bella e buona, insomma, che va non solo a ledere in termini economici queste famiglie, ma anche a creare un divario giuridico di non poco conto. Non ultimo, creare un pregiudizio di questo genere nei confronti delle famiglie adottive mina senza dubbio la loro autostima, la loro fiducia e l’importanza del loro genitoriale, classificato in seconda serie, come fosse un qualcosa di diverso dall’essere genitori biologici.
Insomma, il messaggio che sembra passare è che i genitori adottivi siano di serie B…
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Non per dare ragione a questo presidente. Ma credo che hanno deciso ciò, perché chi adotta, teoricamente se lo può permettere un figlio, avendo dovuto superare tante “prassi” per ottenere l adozione. Anche se a parer mio, i genitori sono tutti uguali