Anche per il 2018 sono stati confermati i bonus famiglia, che prevedono agevolazioni e aiuti per i nuclei familiari a basso reddito – ma non solo – a particolari condizioni. Si tratta di un sostegno molto importante per le famiglie italiane, soprattutto quelle in difficoltà, garantito dallo Stato. Non è sempre facile, tuttavia, riuscire a orientarsi tra interventi, requisiti, scadenze, per questo cerchiamo di capire insieme cosa cambia rispetto al 2017, se ci sono state delle variazioni, le modalità di erogazione dei bonus famiglia e quali sono, effettivamente, gli incentivi previsti.
Bonus famiglia 2018: il bonus bebè
Nel caso di famiglie a basso reddito, per il 2018 lo Stato prevede diverse agevolazioni, incentivi e bonus. Si tratta di interventi contenuti nella manovra finanziaria di fine anno, la cosiddetta Legge di Bilancio, che ha confermato il sostegno ai nuclei familiari disagiati. Innanzitutto c’è il Bonus bebè 2018 INPS, un’agevolazione confermata anche per il prossimo anno e riservata alle neomamme. Si tratta di un vero e proprio assegno annuo per ogni figlio nato o anche adottato entro il 31 dicembre 2017, valido solo per un anno. Questo assegno spetta anche a chi adotta o ha un bimbo in affidamento. A livello reddituale, per redditi fino a 25.000 euro il bonus ha un valore di 80 euro al mese, mentre per redditi fino a 7000 euro l’importo mensile è di 160 euro.
In generale, può fare richiesta del bonus bebè ogni mamma cittadina italiana o di uno Stato UE o anche extracomunitaria purché munita di regolare permesso di soggiorno. La domanda va fatta direttamente all’Inps attraverso l’apposito modello e la procedura online.
Rispetto al 2017, il bonus bebè si ferma a un solo anno di validità e non più a tre come previsto inizialmente, facendo spazio, tuttavia, ad altre agevolazioni riservate alle famiglie. Ad esempio, il bonus mamma domani, un assegno da 800 euro previsto per le future mamme già al settimo mese di gravidanza.
Bonus famiglia 2018, gli altri incentivi
I vecchi incentivi previsti per le famiglie numerose dal 1° gennaio 2018 sono stati trasformati nel nuovo reddito di inclusione con degli assegni progressivi proporzionali al numero di componenti del nucleo familiare. Tuttavia, nella Legge di Bilancio 2018 è previsto anche un ampliamento della forbice delle detrazioni per i figli a carico. Il reddito complessivo aumenta dai vecchi 2.840 euro ai nuovi 4 mila euro ed è il discrimine per essere considerati, appunto, a carico della propria famiglia, entro i 24 anni. Invece, resta il limite di 2.840,51 euro per altri familiari a carico.
Tra le agevolazioni previste per le famiglie per il prossimo anno c’è anche il Bonus libri, un sostegno sull’acquisto di materiale scolastico, su erogazione regionale. È quindi la Regione a decidere requisiti, termini e scadenze.
Il reddito di inclusione e la carta REI
La Carta REI si può richiedere a partire dal 1° gennaio 2018 presso il proprio Comune di residenza. Si tratta di una Carta Acquisiti che si può usare per beni e servizi convenzionati, ma anche per pagare le bollette delle utenze alle Poste. Una volta inoltrata la richiesta in Comune, si entra in una graduatoria che dipende dal reddito e dalla situazione lavorativa. Per accedere alla carta REI bisogno essere un cittadino italiano o della UE, o uno straniero con regolare permesso di soggiorno e residente nel nostro Paese da almeno un biennio. Nel nucleo familiare inoltre deve esserci un minore, un disabile o una donna incinta. Tra i requisiti, c’è anche il reddito, con un limite ISEE di 6000 euro e ISRE di 3.000.
Quando si parla di reddito di inclusione, si parla dell’assegno povertà – sempre tramite la carta REI – e consiste nell’intervento nazionale a contrasto dell’esclusione sociale e della povertà. La misura parte dal 1° gennaio 2018 e sono stati abbassati i requisiti richiesti a livello, soprattutto, di nucleo familiare. A partire, poi, da luglio 2018, decadranno del tutto i vincoli familiari e rimarranno in vigore solo quelli legati alle condizioni economiche. Inoltre, anche il valore massimo annuo del reddito di inclusione è stato incrementato di circa il 10%.
Bonus a sostegno della maternità e per l’asilo nido
Previsti anche una serie di bonus a sostegno della maternità, in primis quello mamme domani 2018, di cui abbiamo già parlato, riconfermato dalla manovra di Bilancio. Previsto anche un voucher baby sitter, del valore di 600 euro mensili nel caso in cui la neomamma sia costretta a tornare immediatamente a lavoro.
Infine, confermato anche il bonus asilo nido 2018, che prevede un voucher dell’importo di 1000 euro per il triennio, utile a sostenere la retta dell’asilo nido.
Spazio anche all’assegno di maternità 2018, riservato alle madri lavoratrici o precarie della durata di 5 mesi. Anche in questo caso occorre essere cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie. Per chi lavora o è stata licenziata è prevista l’erogazione della contribuzione di tre mesi, erogato tra i 18 e i 9 mesi che precedono il parto, per una mamma disoccupata, in mobilità o in cassa integrazione il contributo è valido solo se non sono passati più di nove mesi tra l’ultimo giorno in cui si è lavorato e il parto.Tre mesi di contributi anche per le madri in gestione separata INPS.
Oltre alla contribuzione, l’assegno di maternità dell’INPS ha un importo di 338,89 euro per la durata di 5 mesi. Per le madri casalinghe o comunque non lavoratrici c’è l’Assegno di maternità Comune 2018, che va richiesto direttamente al Comune di residenza al massimo entro sei mesi dalla nascita del figlio. Ci sono vincoli di reddito: l’ISEE non deve superare i 16.995,95 euro e non si deve godere di altre prestazioni previdenziali.
Sconti anche sulle bollette
Sono previsti anche degli sconti sulle utenze per le famiglie a basso reddito. Confermato anche per il 2018 il Bonus luce e gas 2018, un’agevolazione sulle utenze di energia elettrica e gas da richiedere tramite CAF a determinati requisiti di reddito, consultabili sul sito delll’AEEG. Per avere lo sconto sul GAS e sulla luce, bisogna dichiarare un reddito ISEE entro gli 8.107,5 euro e non oltre i 20.000 euro per famiglie con più di 3 figli.
C’è anche il Bonus acqua da verificare presso il proprio Comune di residenza, così come l’eventuale esenzione o riduzione della tassa sui rifiuti.
Il video della settimana
Rezi Kazmaj – Bacova
Simone Mastrantoni