L’aumento dei casi di streptococco in diverse zone d’Italia ha interessato nell’ultimo anno molti genitori dei bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni.
In particolare a Roma, le farmacie hanno visto un considerevole aumento di richieste di tamponi, ma il covid questa volta non c’entra: il responsabile è lo streptococco, un batterio molto comune che si annida nella gola e può scatenare febbre, mal di testa e infezioni anche più gravi, come la scarlattina. Ma come comportarsi in caso di sospetti di contagio? Le risposte dei medici.
Aumento casi di streptococco nei bambini: c’è da preoccuparsi?
I casi di infezione, nell’ultimo anno (quindi nel 2023) sono tornati ai livelli pre-covid: durante il lockdown i dati raccolti erano più scarsi per l’ovvia preminenza del problema del covid. Tuttavia, proprio analizzando i dati relativi agli anni 2018-2023 si è riscontrato un nuovo aumento dei casi.
Lo studio pubblicato su Lancet Microbe, e condotto dall’Università Cattolica – IRCSS Fondazione Policlinico Gemelli mostra un ritorno dei casi di streptococco nei bambini. Questo rialzo sarebbe dovuto principalmente al “debito immunitario” che soprattutto i bambini hanno patito per via delle scuole chiuse.
Il Professor Sanguinetti, uno dei relatori dello studio spiega:
Il sospetto è che i bambini essendo stati protetti in modo importante restando a casa e con le mascherine, non abbiano sviluppato la normale immunità parzialmente protettiva nei confronti dell’infezione” sottolinea il professore “Ma il contatto con i microrganismi è fondamentale per ‘allenare’ il nostro sistema immunitario a rispondere alle infezioni.
(fonte: Policlinico Gemelli)
Nel corso del periodo di studio, sono stati raccolti 2230 tamponi faringei da 1839 pazienti. Il numero di tamponi è rimasto relativamente costante nel 2018 e nel 2019, con 428 e 425 campioni rispettivamente. Tuttavia, c’è stata una riduzione significativa di circa il 50% nel 2020, con solo 225 campioni raccolti, seguita da un calo quasi del 30% nei due anni successivi (137 e 123 campioni nel 2021 e 2022 rispettivamente). Nel 2023, invece, si è verificata un’impennata con 501 campioni raccolti. Il tasso di positività per l’infezione da Streptococcus Pyogenes è sceso dal 13% nel periodo pre-pandemico (2019) al 2% nel 2022, salendo nuovamente al 13% nel 2023
Streptococco tra i bambini: sintomi e cura
Antonino Reale, pediatra dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, ha riassicurato tutti i genitori, specificando che le complicanze gravi sono abbastanza rare. Ciò non toglie, continua il dottore, che è importante agire con tempestività e somministrare al paziente il giusto antibiotico.
Il sintomo principale che affligge i bambini contagiati è la tonsillite: negli ultimi tempi le infezioni sono aumentate esponenzialmente, anche perché si è ormai abbassata la guardia con le precauzioni igieniche (mascherina, disinfezioni generali, ecc…). La variante in circolazione, “pyogenes” è inoltre particolarmente contagiosa: si tratta di un batterio che si insinua nella mucosa del naso e della gola e, proprio per questo motivo, si può facilmente trasmettere attraverso tosse, starnuti o anche contatto salivare, tutte condizioni che si verificano con fin troppa facilità nei nidi e nelle scuole.
La valutazione del tampone: i casi in cui conviene farlo
Nonostante in farmacia siano disponibili tamponi fai da te che rilevano un’eventuale infezione, nella maggior parte dei casi questi non sono effettuati nella maniera corretta: ecco perché conviene rivolgersi sempre a medici o infermieri, per avere un risultato affidabile.
Il tampone è indicato solo all’insorgere di alcuni sintomi, come febbre alta, linfonodi ingrossati alla gola, dolore alla gola. Se il bambino non presenta alcun sintomo, risulta inutile effettuare il tampone.
L’evolversi dell’infezione nei casi più gravi è molto raro, dunque sintomi come polmoniti, scarlattina o malattia reumatica sono poco probabili.
In ogni caso, essendo lo streptococco un’infezione che si trasmette per le vie respiratorie, bisogna sempre avere alcune accortezze, specialmente in inverno, come arieggiare le stanze, soprattutto se affollate e poco spaziose.
In generale in sintomi dell’infezione si manifestano dopo 2-5 giorni dal contagio e sono curabili con antibiotico: già dopo 24 ore dalla somministrazione il soggetto non è più contagioso, ma la terapia deve essere conclusa nel tempi indicati per evitare recidive e resistenze.
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