Una storia triste che sembra di altri tempi ma è purtroppo attuale arriva dal Messico, dove centinaia di minorenni vengono utilizzati senza pietà per la raccolta di peperoncino.
Messico, lo sfruttamento dei lavoratori e dei bambini continua
Il peperoncino jalapeno è particolarmente apprezzato nella cucina messicana, il suo largo uso ha richiesto un aumento della produzione e così si sono moltiplicati i campi di coltivazione soprattutto nella regione di Chihuahua. Peccato però che i proprietari dei terreni non rispettino le più elementari norme di sicurezza e garanzia del salario nei confronti dei loro contadini.
Siamo a conoscenza che in alcune aree del mondo lo sfruttamento sia ancora esistente ma quello che sembra incredibile è che le autorità locali, nonostante siano informate, non prendano provvedimenti. In questo caso la quasi totalità dei braccianti occupati appartiene alla tribù dei Rarámuris, un minuscolo gruppo autoctono che fatica ad integrarsi nei ritmi del Messico moderno. I padroni degli appezzamenti di terreno li retribuiscono con un paga misera (150 ai 250 pesos al giorno ovvero da 6 a 10 euro), senza tutele di nessun tipo e con orari di lavoro lunghissimi; condizioni talmente terribili che i Rarámuris non si fidano a lasciare i loro piccoli a casa, magari vicino ai proprietari, ma sono costretti a portarli con loro sui campi di jalapeno. Diventa allora automatico che anche i minori collaborino alla raccolta del peperoncino. Secondo L’UNICEF nello stato di Chihuahua ci sarebbero almeno 42.760 minorenni che lavorano, corrispondenti all’1,9% del totale del paese!
Il lavoro minorile nei campi di peperoncino è in continuo aumento e ad oggi almeno 15 bambini sono morti per questo. Morti causate per lo più da colpi di calore per le elevate temperature e investimenti di camion che lavorano nei terreni coltivati.
Nel XXI secolo ancora negati i diritti dei bambini
Per i più piccoli si parla sempre di infanzia serena, diritto al gioco, scuole accessibili e poi saltano fuori notizie come questa. Le ispezioni del Ministero del Lavoro hanno portato alla luce più di 600 minorenni occupati nella coltivazione di jalapeno, di cui circa 200 sotto i quindici anni! Sono state applicate sanzioni, ma i lavoratori-bambini sono sempre lì. La scuola più vicina è a 250 km e l’unica aula mobile a disposizione dei bimbi Raramuris si trova a 36 km, sono distanze impossibili e così il tasso di analfabetismo continua a salire. Non sembra che il governo messicano si sforzi molto per la loro integrazione.
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