L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha ufficializzato i costi dei centri estivi per bambini e ragazzi: quasi 650 euro mensili a utente per le strutture private a poco più di 300 per quelle pubbliche.
Prezzi esorbitanti che mettono in difficoltà oltre la metà dei genitori italiani, i quali si mettono alla ricerca di alternative più economiche.
Centri estivi troppo costosi: gran parte delle famiglie italiane non possono permetterseli
La fine della scuola è un grande motivo di gioia per tutti i bambini e i ragazzi: niente libri su cui studiare e tre lunghi mesi di gioco e gite all’aria aperta.
Alcuni si occupano a tempo pieno dei piccoli con attività sportive, ludiche e pedagogiche, altri offrono solo mattinate di gioco, ma in entrambi i casi sono sempre stati considerati un passatempo fondamentale, un aiuto soprattutto per i genitori che lavorano.
Decisamente meno entusiasti sono i genitori lavoratori che anche durante il periodo estivo non possono rimanere a casa con i propri figli. In assenza di nonni o zii, l’unica soluzione restano i centri estivi, luoghi sicuri in cui i bambini possono giocare in totale libertà.
I prezzi però aumentano di anno in anno, mettendo di fatto in ginocchio la maggior parte delle famiglie del nostro Paese.
Quanto costano i centri estivi?
I dati della Federconsumatori parlano chiaro. Il costo mensile di un centro estivo privato si aggira in media intorno a 650 euro. Questo perché nelle strutture gestite da privati c’è una vasta scelta di attività ludiche organizzate nei minimi dettagli, dai corsi di equitazione, ai corsi di teatro alle lezioni di inglese. LA spesa meda settimanale, nel caso di struttura private, si aggira intorno ai 160 euro a settimana, anche se non mancano strutture in cui la quota supera i 250 euro a settimana per bambino.
Il costo si dimezza per i centri estivi pubblici, certamente meno pretenziosi. Le attività offrono meno scelta e i bambini vengono ospitati solitamente nelle strutture scolastiche temporaneamente chiuse. In questo caso la spesa settimana si aggira intono ai 70 euro medi settimanali, tariffa che varia in base alla possibilità o meno di avere il pranzo compreso nel prezzo.
In tutti i casi, in genere è previsto uno sconto del secondo figlio in poi, con una riduzione che varia dal 10% al 20%,
Le soluzioni alternative ai centri estivi
300 euro restano comunque una cifra ingente per molte famiglie: il costo molto elevato anche dei centri estivi delle strutture pubbliche sarà proibitivo per alcune famiglie che dovranno trovare soluzioni alternative per riempire il tempo libero dei loro bambini in questa lunga estate, ecco le principali:
- Babysitting tra amici, dove un genitore tiene i bambini dell’altro durante l’orario di lavoro.
- Babysitter condivise tra diverse famiglie, che stiano con i piccoli per qualche ora a prezzi più contenuti.
- Affidamento agli insostituibili nonni, i compagni di gioco preferiti dai bambini.
- Ferie estive separate tra coniugi, in modo che a casa con i bimbi resti la mamma o il papà.
Con la crisi economica che da anni sta vessando le finanze del nostro Paese, l’iscrizione di bambini e ragazzi ai centri estivi rimane un lusso riservato a pochi.
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