Accusate di essere sessiste, Cappuccetto Rosso e La Bella Addormentata vengono cacciate dall’asilo
Le classiche fiabe, che per tanti anni hanno addolcito la messa a letto dei più piccoli, oggi vengono additate come sessiste e per questo espulse letteralmente dagli istituti scolastici infantili delle capitali europee.
Cappuccetto Rosso bandita a Barcellona
Sembrerebbe quasi il titolo di un film, ma in realtà non c’è niente di più vero! La fiaba di Cappuccetto Rosso che tutti noi abbiamo ascoltato e raccontato infinite volte nella vita, oggi in alcuni istituti scolastici europei, è entrata ufficialmente nella lista nera dei libri vietati. A stabilirlo è stato un istituto pubblico infantile Tàber, della moderna Barcellona. Stando a quanto pronunciato dall’Asociaciòn Espacio y Ocio, della quale fanno parte i rappresentanti dei genitori e degli insegnanti dell’istituto, Cappuccetto Rosso, La Bella Addormentata e altre duecento fiabe, sono state eliminate dalla biblioteca scolastica a causa dei contenuti poco educativi. Gli stereotipi femminili classici presenti in questi racconti non vanno più di moda, l’attesa incessante del principe azzurro in sella al cavallo bianco pare che definisca un modello di donna sbagliato, pessimo esempio da proporre ai più piccini.
A Barcellona è caccia alle fiabe!
Fare un’appurata pulizia tra gli scaffali delle biblioteche scolastiche, è divenuta una pratica irrinunciabile in Europa. Prima fra tutte la città di Parigi seguita immediatamente da Barcellona, che in men che non si dica ha cancellato una delle fiabe più conosciute al mondo. Gli autori di questa caccia alle fiabe sessiste mantengono in vita esclusivamente quei testi proponibili, che rispecchiano, a loro dire, la società odierna e i valori contemporanei. Il ruolo della donna è cambiato nel tempo e si è evoluto. La donna d’oggi non è più confinata al ruolo di mamma e domestica, ma è molto di più. A dirla tutta non saranno di certo due fiabe raccontate a scuola o a letto, a stravolgere il pensiero di una bimba. Allora cosa fare? Cancelliamo dalla storia gli intramontabili classici, solo perché inusuali?
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