L’Expo di Milano 2015 si sta avvicinando a grandi passi, con il suo carico di ritardi, problemi e aspettative a volte disilluse: ma l’Expo è anche un importante momento di confronto interculturale sul tema dell’alimentazione, con specifici momenti pensati per bambini, giustamente considerati i cittadini di domani.
Lo scopo degli organizzatori è di permettere ai piccoli, giocando, di scoprire altre culture e capire l’importanza e il valore del cibo che consumiamo.
Il progetto nello specifico si chiama Childrenshare, è realizzato con la Fondazione MUBA Museo dei Bambini di Milano e consta di due fasi operative. La prima, attiva al momento in cui scrivo, mostra al MUBA/Rotonda di via Besana un tavolo interattivo che permette ai bambini di sviluppare una “convivialità interculturale”. Altro luogo dedicato a questo progetto è la struttura di Expo presso Castello Sforzesco, chiamata Agorà. Proprio qui nel corso di tutta l’estate i piccoli hanno potuto trascorrere del tempo, giocare con amici e genitori e conoscere Foody, che è la mascotte di Expo Milano 2015.
Si potranno poi presentare tanti contributi progettuali (c’è tempo fino al 15 gennaio 2015) che potrebbero poi magari essere realizzati nel corso dell’esposizione. Insomma: un interessante tentativo di sensibilizzare le nuove generazioni, sul tema dell’alimentazione, sulla scoperta delle diverse opportunità legate alla differenza di cultura e un tentativo di parlare anche di chi il cibo non ce l’ha proprio. All’Expo partecipa infatti anche l’Onu, il cui tema è “Sfida fame zero”: un progetto che ha come scopo il fatto che nessun bambino soffra più la fame, a fronte di zero sprechi di cibo. Un traguardo, nonostante tanta pubblicità e un pizzico di buona volontà, ancora drammaticamente lontano: speriamo che l’Expo di Milano 2015 serva a qualcosa, anche in questo campo.
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