A Torino un bambino di soli sei anni colpito da un ictus è stato salvato grazie a un intervento all’avanguardia presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita, dove gli è stato applicato uno stent in un’arteria cerebrale: si tratta infatti del primo caso simile registrato non solo in Italia ma anche nel mondo.
Intervento di chirurgia “mini-invasiva” dopo un ictus
Un intervento molto delicato e che non ha precedenti nella medicina, non solamente in Italia, ha letteralmente salvato Francesco, un bimbo di soli 6 anni colpito da un ictus e che era stato successivamente ricoverato lo scorso aprile presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino: la difficoltà dell’operazione a cui è stato sottoposto il bimbo, le cui condizioni ora starebbero sensibilmente migliorando, stava nel fatto che l’ictus è molto raro nei più piccoli ma ha spesso conseguenze anche molto pesanti.
L’équipe della struttura sanitaria torinese, guidata dal professor Mario Bergui, rappresenta infatti un caso più unico che raro dato che nel cervello del giovane paziente è stato innestato uno stent (vale a dire una struttura cilindrica a maglie che poi viene fatta espandere) attraverso un intervento “mini-invasivo” a livello di un’arteria cerebrale.
Una piccola rivoluzione nella medicina neurologica
Come sottolineato dagli stessi medici che hanno seguito il caso del bimbo di 6 anni, questo rivoluzionario intervento potrebbe aprire la strada a nuove tecniche e aiutare in futuro a salvare la vita di altri pazienti della stessa età, specialmente quando la terapia medica non è più sufficiente: “Un passo così importante però richiede anche competenze multidisciplinari e delle attrezzature idonee per chi opera”, hanno sottolineato alcuni membri dell’équipe torinese.
Il piccolo Francesco infatti era stato ricoverato ad aprile per via di una emiparesi sinistra, dovuta a una ischemia che era stata causata da un restringimento dei vasi cerebrali: dal momento che la sua situazione neurologica destava molte preoccupazioni nonostante fosse stato sottoposto a un ciclo di terapie specialistiche, si è deciso di procedere a questo intervento “mini-invasivo” che è stato effettuato partendo dalla zona inguinale fino a raggiungere i vasi cerebrali per poter applicare lo stent.
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