Le immagini di morte e distruzione provenienti dalla Striscia di Gaza fanno capolino in tutti i telegiornali ad ogni ora del giorno e della notte. Può dunque capitare che i bambini, tempestati dal flusso costante di informazioni o per delle notizie ascoltate a scuola, appaiano sconvolti da questa terribile realtà.
La guerra è un argomento difficile da affrontare, soprattutto quando si tratta di spiegarla ai bambini. La complessità e la crudeltà dei conflitti armati possono essere molto lontane dall’esperienza quotidiana di un bambino, rendendo la discussione sia sfidante che necessaria. Questo articolo mira a fornire alcune riflessioni e consigli pratici su come affrontare questo argomento delicato con i più piccoli, mantenendo un equilibrio tra onestà e protezione.
Come spiegare la guerra ai bambini
Trovare le parole per spiegare la crudeltà della guerra ai propri figli piccoli assicurandosi di non spaventarli: è questo il difficile compito che tanti genitori stanno affrontando in questi giorni.
La regola più importante è quella di rispettare sempre la curiosità dei bambini, senza sottrarsi ai loro quesiti. Mai dimenticare che molte situazioni che gli adulti danno per scontate, infatti, non lo sono agli occhi di bimbi “nuovi” alle dinamiche del globo.
E allora: le bombe colpiranno anche il mio Paese e la mia città? Il mio papà dovrà andare a combattere? Dovrò lasciare la mia casa? Queste altro non sono che domande “infantili”, non in senso negativo, ma inteso come domande da bambini ai quali occorre rispondere con serenità per restituire sicurezza.
Quando si parla di guerra con i bambini, è fondamentale considerare la loro età, maturità e precedente esposizione all’argomento. È anche importante riflettere sulle proprie emozioni e comprensioni della guerra, in quanto queste possono influenzare la discussione.
Il momento giusto per parlare di guerra
Il neuropsichiatra Claudio Mencacci suggerisce che i genitori dovrebbero essere pronti a discutere di guerra quando i loro bambini mostrano segni di angoscia, o quando fanno domande riguardo a ciò che vedono o sentono nei media.
È importante capire cosa sanno già e come si sentono riguardo a ciò che sanno. I momenti tranquilli, come durante un pasto, possono essere opportuni per avviare una discussione.
Evitare esposizioni non supervisionate
È fondamentale evitare di lasciare i bambini soli davanti alle immagini di guerra nei media. Anche se possono fingere indifferenza, queste immagini possono avere un impatto significativo sulla loro percezione e sulle loro emozioni.
Parole giuste, al momento giusto
Quando si decide di affrontare l’argomento, è importante usare un linguaggio adatto all’età del bambino e osservare con attenzione le sue reazioni.
Evitare di dare lezioni nozionistiche e cercare invece di spiegare il concetto di guerra in modo che i bambini possano comprenderlo. Ad esempio, si può spiegare che la guerra può nascere quando due gruppi di persone vogliono la stessa cosa e nessuno dei due è disposto a cederla.
Educazione alla mediazione
Una parte importante della discussione può essere educare alla mediazione, aiutando i bambini a comprendere che è possibile lavorare insieme per trovare un accordo.
Questo può essere un modo per aiutare i bambini a vedere oltre la violenza e a comprendere l’importanza della cooperazione e del dialogo.
Gestione delle emozioni
Prendere sul serio le preoccupazioni e le emozioni dei bambini è cruciale. I genitori dovrebbero essere pronti ad ascoltare, a rassicurare e a spiegare.
È anche importante osservare lo stato d’animo del bambino durante e dopo la discussione, e assicurarsi che si senta supportato e capito.
Valorizzazione delle storie positive
Nonostante la prevalenza di notizie negative, è utile condividere anche storie positive, come quelle di persone che aiutano gli altri in tempi di guerra. Questo può aiutare a mostrare ai bambini l’umanità e la compassione che esistono anche in tempi difficili.
Conclusione della conversazione
Concludere la conversazione continuando a valutare lo stato d’animo del bambino. È importante osservare anche i segnali del corpo, il tono di voce e la frequenza del respiro, per assicurarsi che le parole appena pronunciate non abbiamo innescato in lui una eccessiva reazione di paura.
Infine, è importante ricordargli sempre che può parlare con i suoi genitori in qualsiasi momento se ha domande o preoccupazioni.
L’errore da non fare secondo gli esperti: mai paragonare la guerra ai litigi
Nel tentativo di semplificare un concetto, così da renderlo di più facile comprensione ai bambini, si può incappare in un errore classico: quello di paragonare la guerra ai litigi.
Esempio pratico: Israele e Palestina hanno litigato come te e il tuo amichetto pochi giorni fa. Niente di più sbagliato, secondo gli esperti. Suggerire tale meccanismo, infatti, equivale a fare terrorismo educativo. Non c’è davvero niente in comune tra un banale screzio tra amici, compagni di banco, e la furia distruttrice della guerra
Allo stesso modo è ampiamente dimostrato che vivere all’interno di un clima ansiogeno comporti degli effetti collaterali per i bambini, quali agitazione e difficoltà ad addormentarsi. Si tratta di reazioni tipica di ogni situazione traumatica (basta vedere ciò che è accaduto durante la pandemia) che possono essere arginate, per quanto possibile, parlando con chiarezza, evitando di lasciare i canali all news aperti tutto il giorno (soprattutto in assenza di un adulto) e cercando di rassicurare il bambino sul fatto che la guerra non sconvolgerà, per fortuna, la sua quotidianità né quella delle persone a cui vuole bene. E prima o poi anche in Ucraina finirà.
Parlare di guerra con i bambini, i vademecum di Unicef e Save the Children
Parlare di guerra con i bambini è una sfida che richiede sensibilità, comprensione e onestà. Attraverso una comunicazione aperta, un linguaggio adatto all’età e un approccio empatico, è possibile aiutare i bambini a navigare in questo argomento difficile, promuovendo al contempo la loro crescita emotiva e la comprensione del mondo.
L’impresa non è affatto semplice: per questo, potrebbe essere utile seguire alcune linee guida pratiche.
L’Unicef ha stilato 9 preziosi suggerimenti su come trattare il tema, consultabili nell’opuscolo: Parlare di Guerra, mentre Save the Children ha realizzato il video che vi proponiamo qui di seguito.
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