Con l’arrivo dell’estate, arriva anche la classica polemica: compiti per le vacanze sì o compiti per le vacanze no? Ha fatto molto discutere qualche settimana fa la lettera di un professore ai sui studenti, che erano invitati a fare una serie di esperienze, come ballare, vedere un’alba etc, invece di fare i compiti. Poi è diventata virale la mail di un padre che si rifiutava categoricamente di far fare i compiti al figlio.
Ma è davvero così terribile, per i ragazzi, fare i compiti per le vacanze? Proviamo a ragionare un attimo.
Il tempo dei nostri figli in estate
Certo, hanno bisogno di riposare: lasciamo del tempo per dormire e riscoprire la gioia di non avere orari fissi. Trascorsa però la prima settimana, parlate con loro e iniziate a programmare il lavoro estivo.
Si tratta di 3 mesi di vacanze: sono davvero tanti, e con un pizzico di organizzazione si può tenere la mente allenata, senza stancarsi troppo.
Certo, ci sono i professori illuminati, come i compiti delle vacanze assegnate dal prof. Schettini che decide di motivare i loro studenti a fare nuove esperienze: ma questo non vuol dire ciondolare per casa e poltrire per tutta l’estate, anzi. Alcuni insegnanti e alcuni dirigenti scolastici puntano così sulle esperienze formative, sulla disintossicazione digitale e su un utilizzo saggio e alternativo del proprio tempo.
Ed è dello stesso parere il pedagogista Daniele Novara, che sottolinea come l’estate sia “un ottimo tempo di apprendimento, specie dal punto di vista motorio e sensoriale”.
Compiti delle vacanze: 4 genitori su 10 si dicono contrari
Ad ogni modo, cresce la percentuale di ragazzi che si oppongono all’assegnazione di compiti. Oltre alla lettura di libri difficili o considerati “mattoni” dai ragazzi, anche le consegne arrivate dopo la chiusura delle scuole sul registro elettronico sono considerati dagli alunni ingiustizie vere e proprie.
Secondo un’indagine portata avanti da Skuola.net, l’80% dei ragazzi ritiene eccessivo il carico di compiti per le vacanze. E fin qui nulla di anormale. Ma il risultato curioso è che negli ultimi anni anche i genitori trovano esagerato il numero di compiti assegnati. Su un campione di circa 1.000 studenti, tra scuole medie e superiori, si evidenzia il supporto dei genitori: 4 genitori su 10 sono contrari ai compiti. Infatti, secondo i ragazzi intervistati, il 12% dei genitori si dichiara del tutto contrario, e il 27% almeno in parte.
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Ma è comunque un segnale del vento che sta cambiando: anche in vista del ritorno sui banchi, molti genitori si sono detti disponibili ad aiutare i loro figli (il 17% si è detto disponibile ad aiutare nello svolgimento dei compiti, mentre il 29% ad intervenire direttamente).
Come organizzarsi per i compiti delle vacanze
In genere, ad esempio nella scuola primaria, ci sono un libro o al massimo due, che contengono tutte le materie. Dividete le pagine per i giorni delle settimane, esclusi ovviamente sabato e domenica. Vedrete che il conto sarà esiguo: con un paio di pagine al giorno o al massimo 3, arriverete a settembre con il libro finito.
Fateli lavorare sempre allo stesso orario, per dare una routine. Stabilite ad esempio che dopo colazione, dalle 9 alle 10 si lavora e lo stesso dalle 15 alle 16: il tempo sarà senza dubbio più che sufficiente.
Quando tornate dal lavoro, trovate il tempo di guardare i loro progressi, e magari rispondere a qualche domanda. Questo non significa assolutamente che dovete fare i compiti al posto loro!
Ora una parola agli insegnanti: calibrate bene il lavoro estivo, che deve essere un modo quasi giocoso di non dimenticare quanto imparato durante l’anno. Non è giusto caricare i ragazzi in maniera incredibile per recuperare il non fatto. Infine, trovate il tempo di correggere i compiti, e valorizzare il lavoro degli alunni: altrimenti passerà il messaggio che a non fare il proprio dovere, la si passa liscia!
Con l’impegno di Scuola e Famiglia, i ragazzi passeranno un’estate serena e piacevole: vacanza sì, ma senza dimenticare che un pizzico di lavoro aiuta ad apprezzare meglio anche il divertimento!
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