La maternità, ma anche la paternità direi, è un gioco di equilibri.
Il primo equilibrio che un figlio cambia, solitamente, è quello della coppia che si ritrova a non essere più in due, ma in tre, con un bel po’ di affollamento rispetto a prima, almeno per i primi tempi di vita del piccoletto.
Cambiano gli equilibri del sonno e della veglia, dell’organizzazione domestica e delle sue faccende, del tempo passato fuori casa rispetto a quello passato in casa, soprattutto d’inverno e soprattutto finché vostro figlio non cresce un po’.
Cambiano gli assetti della famiglia, come quando arriva uno tsunami e tutto viene travolto. Poi però lo tsunami passa e tu ti ritrovi con i tuoi nuovi equilibri ai quali ti sei affezionanta e che tutto sommato non sono poi così male.
Qual è il problema?
Il problema è che a questo punto, quando i nuovi equilibri saranno diventati ormai routine ed entrati a far parte a tutti gli effetti della vostra vita, ecco che vostro figlio li stravolgerà di nuovo.
Come quando dall’asilo, un attimo dopo aver detto che tutto sommato quella dei sei anni è proprio una bella età e che voi siete finalmente, dentro al vostro ruolo di madre piene di felicità, si passa alla scuola elementare, alla sveglia all’alba, alle corse affannate, alle merende da preeparare, ai compiti, ai nuovi compagni di vostro figlio e, soprattutto, alla nuova chat delle madri.
Dicono che tutto passi, ne sono convinta, ma forse il segreto, quando si è genitori è di non legarsi troppo agli equilibri e di essere pronti, sempre… a cambiare.
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