L’acqua è l’elemento naturale in cui i bambini hanno vissuto per 9 mesi. Nell’ambiente unico della pancia della mamma, hanno fatto i loro primi esperimenti. Immersi nel liquido amniotico, hanno sentito le voci echeggianti dei genitori e i rumori ovattati dell’esterno.
Fin dai primi mesi dalla nascita, quindi, abbandonarsi in acqua è un’esperienza regressiva molto tranquillizzante e, comunque, naturale per i neonati, che rivivono in qualche modo il periodo della gestazione.
Quando iniziano ad avere coscienza di sé e del proprio corpo, nell’acqua sperimentano le proprie abilità motorie, attraverso una libertà di movimento totale.
Articolati secondo le diverse fasce di età, i corsi di avvicinamento all’acqua sono organizzati pressoché dalla totalità delle piscine pubbliche e private. E bene, però, fare una precisazione, come dice Paola Carrara, responsabile del centro “Inacqua” di Novate Milanese, promotrice dell’approccio dolce: “L’attività in piscina con i neonati è definita idrochinesiologia, cioè movimento in acqua. Noi preferiamo non introdurre il concetto di nuoto fino all’età scolare e dopo i tre anni passiamo dall’idrochinesiologia ai corsi di acquaticità“.
Non solo per i neonati, ma anche per i genitori, il corso di acquaticità è un’esperienza unica e bellissima, quasi emozionante. In un contatto molto intimo, sia i bimbi che mamma e papà, liberano mani e gambe, scivolando dolcemente nell’abbraccio dell’acqua, elemento ancestrale, quasi magico e culla di segreti eterni. In particolare, le neo mamme, oppresse naturalmente dalle ansie dei primi mesi, trovano in acqua sollievo e relax.
Come già detto, sono moltissimi i corsi organizzati in tutta Italia. Una esperienza che vale la pena di essere citata è quella di Mammole, comunità di esperti con sede in Brianza, che ha studiato a fondo le potenzialità dei corsi in acqua fin dai primissimi mesi e ha collaborato con i celebri spot dell’acqua Sangemini, in cui un neonato sott’acqua era il protagonista.
Come sempre, però, è bene non forzare l’ingresso del piccolo in acqua.
Capita spesso, infatti, che entrare in piscina, anche se insieme ai genitori, non sia un’esperienza rilassante per il bambino, quanto piuttosto motivo di stress, pianti e urla. Non insistete…verrà il momento in cui sarà il bambino stesso a chiedere di poter frequentare un corso per imparare a nuotare e a quel punto resterete stupiti della sua innata bravura.
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