Spesso i bambini reagiscono ai cibi nuovi con un ‘Non mi piace’ preventivo, che i genitori accolgono come una sfida o un capriccio. I significati di questa risposta possono però essere molteplici
Non mi piace! I bambini e il cibo
A tutti i genitori sarà capitato di vedere almeno una volta il proprio bambino che rifiuta il cibo, soprattutto se si tratta di qualcosa che non ha mai assaggiato.
Non importa quanto il piatto venga lodato e presentato come una vera leccornia, i bambini potrebbero rifiutarlo senza neppure volerlo assaggiare. ‘Non mi piace’ è però una frase estremamente generica, che potrebbe nascondere moltissimi significati, utilizzata dai bambini che non sanno spiegare con precisione sensazioni e sentimenti. Spesso la frase non è neppure riferita al sapore, ma può voler dire molte cose.
Perché i bambini rifiutano il cibo
I bambini potrebbero rifiutare un piatto nuovo per semplice paura, perché la consistenza non gli piace, al di là del sapore, oppure perché non capiscono cosa sia.
I mix di ingredienti diversi ed eterogenei, come il minestrone, mettono in difficoltà i bambini perché non capiscono cosa ci sia dentro e se i singoli elementi del piatto gli piacciano o no.
Il minestrone poi, tanto lodato da genitori e nonni e odiato dai più piccoli, ha una consistenza e un colore che non lo rendono particolarmente invitante agli occhi di un bambino. Anche un piatto che fino a pochi giorni prima era gradito può diventare un alimento da ‘non mi piace’. In questo caso può semplicemente darsi che il bambino si sia stancato di mangiare sempre la stessa cosa.
Come affrontare il ‘Non mi piace’
Forzare un bambino a mangiare una cosa che non vuole non è una soluzione. Un bambino ripreso perché non mangia si sente deluso e triste, ma di certo non più affamato di prima. Un’idea originale può essere provare a cucinare insieme a vostro figlio, in modo che possa rendersi conto di ciò che gli viene proposto, cosa contiene e com’è preparato, oppure chiedere a lui di scegliere fra due o tre piatti disponibili. In questo caso però sarà poi necessario assecondare la sua scelta.
L’ideale è cercare di mettersi nei panni del bambino, che desidera esprimere un disagio o una paura che noi non comprendiamo. Ecco qualche buona regola da ricordare :
- L’ora del pasto dovrebbe essere un momento conviviale e piacevole : il bambino sente la tensione e l’ansia del genitore e riflette su di sé queste ansie.
- Anche le cose che sono sempre piaciute possono stufare. Provate a lasciare vostro figlio libero di assaggiare cose nuove.
- Se il bambino mostra un rifiuto immediato per un nuovo piatto, aspettate qualche mese prima di riproporglielo.
- Esplorate anche le consistenze (polpettine invece di pappe, cose croccanti piuttosto che molli) e stimolate gli altri sensi invogliando vostro figlio ad assaggiare con un dito o annusando il nuovo piatto.
- Non date premi o ricompense se vostro figlio finisce il piatto. Allo stesso modo non sgridatelo, e non etichettatelo come “cattivo” per il suo atteggiamento con il cibo. È bene educare al gusto, non al mangiare per ottenere qualcosa in cambio.
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