27Le cose non sempre vanno come ci immaginiamo e, se accade ciò, è spontaneo sentirsi spossati e incapaci di far fronte alle varie necessità. Nel caso della maternità, non è raro che una donna, appena diventata mamma, viva la situazione in maniera molto differente da come, nel corso dei 9 mesi di gestazione, si era immaginata: un neonato in carne e ossa da accudire 24 ore su 24 è ben diverso da quelli che ammiriamo nelle foto patinate che riempiono i magazine dedicati alla maternità… pianti e coliche, notti in bianco e montagne di tutine da lavare, scarsissimo tempo a disposizione per se’ stessa e milioni di cose da fare sono solo alcuni dei fattori che portano le neomamme al rifiuto del neonato.
Se a queste circostanze ci aggiungiamo un parto particolarmente traumatico e preceduto da un travaglio doloroso, un parto prematuro o un cesareo d’urgenza, le possibilità che una madre rifiuti il neonato crescono.
Quali sono i sintomi del rifiuto del neonato
Fra i sintomi del rifiuto del neonato ci sono lo scarso interesse della mamma verso il bambino e il conseguente insorgere di sensi di colpa, continui pianti, senza motivazioni valide, la ricerca della solitudine.
Se protratto nel tempo (più di un mese), il rifiuto del neonato può trasformarsi in una vera e propria depressione post partum che andrebbe curata immediatamente, ricorrendo alla consulenza di uno specialista, per evitare che si arrivi al peggio, cioè che la madre metta a repentaglio la propria vita o quella del bambino.
Come aiutare una mamma che rifiuta il neonato
Per aiutare una neomamma che presenta sintomi di rifiuto del neonato, è essenziale non farla sentire sola e aiutarla nella gestione della vita quotidiana, come ad esempio sottraendole parte dei compiti di pulizia della casa o offrendole occasioni per prendersi cura di se’ per qualche mezz’ora, portandolo il piccolo a fare una passeggiata, ad esempio.
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