Potrebbe sembrare assurdo ma così non è: secondo la celebre rivista Child Development, un curiosissimo articolo dal titolo “Batman Effect” ha rivelato che per i bambini svogliati, con scarsa capacità di concentrazione durante lo studio o i giochi, vestire per qualche ora al giorno il costume da Batman aumenta la capacità di concentrazione.
Se tutto ciò vi porterà un sorriso, considerate invece che alle spalle c’è uno studio specifico che ha, al contrario, agevolato i bambini soprattutto nelle settimane dell’ozio pre-scolastico, i mesi estivi in cui il dolce far nulla impedisce una ripresa degli studi ottimale.
Batman: sotto il costume uno studente modello
Una ricerca recente ha portato al sorriso diversi genitori nel mondo anglosassone, americano ed inglese prima, allargandosi poi a macchia d’olio ovunque: se il bambino nelle settimane precedenti il ritorno a scuola, alla fine del periodo delle vacanze estive, denota una pigra ripresa nella concentrazione, la soluzione c’è e viene in soccorso delle famiglie sotto forma di travestimento. La ricerca è stata pubblicata su Child Development, una rivista specializzata su temi inerenti la pedagogia nelle età pre-scolari sino alla pubescenza. L’articolo “Batman Effect”, conferma che, nel caso di una certa pigrizia in quelle fatidiche settimane dove i doveri impongono al bambino, al rientro nella scuola primaria o nelle ultime classi di asilo, basterà ogni giorno concedergli di travestirsi da Batman per qualche ora.
Come agisce sulla psicologia del bambino il “Batman Effect”?
I ricercatori hanno concesso ad un campione di 180 bambini di età all’incirca compresa in un arco dai 4 ai 7 anni, due opzioni: la prima richiedeva di svolgere un compito serio al computer, compito il quale approssimativamente richiedeva una quindicina di minuti nello svolgimento, ma offrendo anche l’opzione B, quella di poter distrarsi con un iPad giocando nella stanza accanto. Nei tre diversi livelli di concentrazione, creando tre appositi gruppi nei quali ognuno di esso doveva porsi una diversa domanda come “sto lavorando duro?” per il primo gruppo, il secondo doveva concentrarsi sulla stessa domanda, ma posta in terza persona, del tipo: “Federica, Matteo o un nome qualsiasi inventato e non direttamente appartenente al bambino, sta lavorando duro?”. Il terzo invece, indossando il costume di Batman, si concentrava invece sulla domanda “Batman sta lavorando duramente?”.
Ebbene, sembrerà assurdo, ma psicologicamente non lo è: sentirsi responsabilizzati dal costume, il quale diviene transfer di una personalità la quale solitamente nell’immaginario dei bambini lavora sodo per combattere i cattivi, li ha responsabilizzati con la maggior percentuale di essi impegnati nel portare a termine il compito assegnato prima di concedersi la sessione di gioco sull’iPad.
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