Una storia commovente arriva da Alberta, in Canada: Derek Prue si è sottoposto a lunghe sessioni per tatuarsi la stessa voglia che suo figlio, Derek Junior, ha sul petto fin dalla nascita.
In questo modo il padre ha permesso al bimbo di vivere più serenamente questa sua caratteristica, che non gli permetteva di godersi a pieno la vita.
Trenta ore di tatuaggio per il bene del figlio: la storia di Derek Prue
Che fare quando vedi che tuo figlio non vuole tuffarsi in piscina senza maglietta, invece che ridere spensierato e godersi la vita?
Derek Prue, un quarantenne di Alberta, in Canada, non ci ha pensato due volte: si è recato da un tatuatore per sottoporsi a ore e ore di intervento, pur di avere sul petto la stessa ingombrante voglia del figlio, e farlo sentire meno solo.
Il padre ha raccontato che ha dovuto sopportare otto diverse sedute di lavoro, della durata complessiva di trenta ore. Il primo giorno, dopo circa tre ore ha chiesto al tatuatore se avessero finito e lui ha risposto “Sai, il contorno è finito. Adesso bisogna fare tutto il resto”.
Nonostante il dolore, Derek è riuscito a regalare di nuovo il sorriso al figlio.
Le reazioni di Derek Junior
Il piccolo Derek si è detto incredulo dopo aver visto il tatuaggio del padre, perché non pensava che avrebbe avuto il coraggio di farsi davvero un tatuaggio del genere.
“L’idea è scattata quando ho visto mio figlio consapevole della voglia sul petto – ha aggiunto Derek – non volevo che continuasse a sentirsi l’unico ad averla“.
Un gesto davvero nobile che descrive perfettamente quello che dovrebbe essere il rapporto tra genitore e figlio, in cui il primo si prende cura del secondo in maniera incondizionata, mettendo sopra tutto il resto il suo benessere.
Le parole di Derek Junior bastano per capire quanto il gesto sia stato apprezzato: “Ogni volta che c’è papà, adesso, posso togliermi la maglietta”.
Da oggi in poi padre e figlio avranno gli stessi segni addosso per tutta la vita, e si sentiranno un po’ meno soli e un po’ più uniti.
Un gesti dolcissimo che può essere di esempio per altre situazioni dello stesso tenore, così che un altro bambino possa tornare a sorridere.
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