Da Capsula di Zelig a papà di Agata: Angelo Pisani si racconta – Parte prima

Oggi dedichiamo il nostro spazio interviste ad un ospite speciale.

Molti di voi lo ricorderanno per le sue gag comiche quando saliva sul palco di Zelig, nel duo comico Pali e Dispari. Ma Angelo Pisani non è solo un bravo attore comico e teatrale, da tre anni è padre della piccola Agata, la bambina avuta dalla collega Katia Follesa e sua attuale compagna.

Angelo sicuramente non può essere un padre comune e visitando il suo blog “Contofinoatre” sicuramente potremmo capire il perchè.

Ma facciamoci raccontare da lui come si è evoluta la sua avventura di genitore.

Diventare genitori è un sicuramente un’esperienza meravigliosa, ma come questo evento ti ha cambiato la vita?

La nascita di Agata è stato come uno di quei viaggi in un posto che hai sempre sognato di visitare. All’inizio sei un po’ frastornato e non riesci a comprendere quali stati d’animo ti attraversano. Poi pian piano tutto si fa chiaro e la gioia prende il sopravvento e ti assale, insieme allo stupore, alla sorpresa e all’incredulità.

Quali sono le cose che non trovi scritte nella guida “Come diventare genitori”, ma che poi ti trovi ad affrontare quando il bambino nasce?

Secondo me non c’è un “come diventare genitore” che possa valere per tutti. Ognuno è genitore a suo modo e ogni percorso di questo tipo ha tappe che non sono mai puntuali nella storia di un papà e di una mamma. Io non programmo e mi prendo quello che arriva, positivo o meno positivo che sia.

Contofinoatre è un blog che vuole aiutare i papà, com’è nata l’idea?

L’idea di CONTOFINOATRE è nata dal desiderio di raccontare la mia esperienza di papà e dal desiderio di condividerla con altri papà, ma anche con altre mamme. Poiché ho il privilegio, per il tipo di lavoro che faccio, di poter stare molto con mia figlia, avevo molte cose da raccontare e ho deciso di farlo in diversi modi come il libro, lo spettacolo e il web che mi permette di svelare con un blog, ma anche attraverso dei filmati, la mia esperienza di padre.

E come mai questo nome?

CONTOFINOATRE perché questo termine, conosciuto da tutti i genitori, mi sembrava il più adatto a esprimere, in chiave ironica, l’inevitabile “sconfitta” del genitore, che pone regole e che poi, per fingere di riuscire a farle rispettare, conta fino a tre. Ma dice 1…2… e poi sa che ci sarà il due e un quarto, il due e mezzo, il due e tre quarti e poi, forse, il tre. Cerca di posticipare il più possibile la sconfitta già scritta in partenza.

Di siti dedicati ai genitori ce ne sono molti, secondo te, cosa rende Contofinoatre diverso dagli altri blog?

CONTOFINOATRE parla alle persone con la loro lingua e usa l’ironia per arrivare a tutti. Inoltre non ha pretese didattiche e cerca la condivisione di un’esperienza che, seppur fantastica, può mettere ansia. Parlarne e sorriderne insieme, aiuta. Questo secondo me. Fermo restando che l’ironia è un ingrediente che si aggiunge alla serietà necessaria di fondo, visto l’argomento trattato.

Quasi sempre la figura dei papà passa in secondo piano rispetto a quella delle mamme, tu invece rivendichi una specie di “parità dei sessi” in ambito genitoriale. È una battaglia difficile?

La “parità dei sessi” in ambito genitoriale è difficile per diversi motivi. La tendenza a voler avere sempre il controllo totale da parte delle donne e la paura dei padri di apparire meno virili mostrando un’apertura all’emisfero emotivo legato ai figli sono due delle cause che secondo me fanno parlare poco le due parti. Come diceva la mia nonna, nel suo italiano surreale, “nessuno nasce imparato”. Basta avere voglia di scoprire, provare, sbagliare e raddrizzare il tiro. Tutte cose che mamma e papà possono fare in collaborazione e non in opposizione. Non ci sono due squadre, ma ce ne è una sola che punta alla soluzione dei problemi e alla condivisione della gioia. Almeno, questo è quello che penso io.

Secondo te, cosa hanno di più i papà rispetto alle mamme? 

Non credo che i papà abbiano qualcosa in più rispetto alle mamme. Credo che vogliano essere semplicemente più presenti nella vita dei loro figli. In un rapporto sano tra uomo e donna, un uomo può benissimo affiancare la compagna nella crescita del figlio e permetterle di realizzarsi anche come individuo e nel lavoro. Questa cosa deve avvenire anche a situazioni ribaltate. Nessuno vince o perde a discapito dell’altro. Si vince e si perde insieme, come ogni famiglia penso debba fare.

 

Vi aspettiamo domani con la seconda parte dell’intervista…

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *