20 agosto 2024 –
Molti genitori prima o poi si trovano a chiedersi: a quale età è giusto permettere ai propri figli di andare a casa di un amichetto senza la loro supervisione? Questa è la domanda che si è posta anche Sieh, una mamma dell’Arizona e condivisa su TikTok. Il suo post ha sollevato numerose riflessioni sulla responsabilità genitoriale e sulla strada verso l’autonomia dei bambini.
Bambini a casa degli amichetti: l’esperienza di una mamma
Sieh è mamma di Tantum, un bambino di 6 anni, che voleva invitare per un pomeriggio di giochi un suo compagno di classe. Quindi Sieh si è messa d’accordo con la mamma di questo amichetto per organizzare il pomeriggio a casa sua.
Il piano era semplice: giochi d’acqua in giardino per far divertire i piccoli. Tuttavia, Sieh non si aspettava che ad accompagnare il bambino fosse la nonna, la quale ha lasciato lì il bambino e poi se n’è andata, senza fermarsi né per conoscere meglio la famiglia, né per stare con il nipote.
@aimeesieh What are your thoughts? The kid was so good the whole time but the situation felt a little off to me…
♬ original sound – Aimee Sieh
“Non conoscevo queste persone. Pensavo che nonna di Fred sarebbe rimasta e invece l’ha lasciato lì tutto il pomeriggio, senza neanche prendersi la briga di conoscerci per controllare che non fossimo degli spostati,” ha spiegato Sieh nel suo video.
La giovane mamma si è trovata così a prendersi cura di Fred per diverse ore, senza avere notizie né dalla mamma né dalla nonna del bambino. Solo dopo quattro ore, Sieh ha deciso di contattare la mamma di Fred per sapere se doveva preparare la cena per il piccolo. Solo a quel punto la mamma di Fred si è presentata per riprendere suo figlio.
La maggior parte dei commenti sotto al post di Sieh le hanno dato ragione: anche solo per il fatto che essendo proprio la prima volta che organizzavano un pomeriggio insieme, molti genitori hanno detto che sarebbe stato opportuno fermarsi per conoscere meglio la famiglia.
Altri hanno risposto ironicamente che Fred, il bambino ospitato, sicuramente era il figlio minore di una famiglia numerosa, da qui la rilassatezza con cui la nonna (e la mamma) hanno deciso di lasciare il bambino a casa di persone quasi sconosciute.
L’importanza dell’età e del contesto
L’età in cui un bambino può andare da solo a casa di un amico varia in base a diversi fattori, tra cui la maturità del bambino, il livello di fiducia tra le famiglie e le circostanze specifiche. Generalmente, i bambini iniziano a fare queste esperienze sociali intorno ai 5-6 anni, quando frequentano la scuola materna o le prime classi della scuola primaria.
Tuttavia, non esiste una regola universale: alcuni bambini potrebbero sentirsi pronti prima, mentre altri potrebbero aver bisogno di più tempo. Ma spesso sono i genitori a non sentirsi pronti: l’idea di lasciare il proprio figlio a casa di altre persone spesso spaventa mamme e papà, quindi alla richiesta dei propri figli spesso si risponde con un “no” categorico. Ma analizziamo meglio la questione grazie anche agli esperti pedagogisti e psicologi.
Il parere degli esperti
Secondo la psicologa clinica Sheryl Ziegler, esperta in parentalità ed autrice del libro “Mommy Burnout“, giocare a casa di un amichetto senza la presenza dei genitori diventa comune già dall’età di 5 anni.
Tuttavia, per i bambini più piccoli, la supervisione di un adulto rimane essenziale, specialmente se si tratta di prime esperienze di socializzazione fuori casa. Con l’inizio della scuola primaria, invece, si può considerare più normale lasciare che i bambini partecipino da soli a questi momenti di gioco, purché ci sia una buona comunicazione tra i genitori.
Comunicazione e chiarezza
Uno degli aspetti fondamentali per evitare situazioni imbarazzanti o malintesi, come quello vissuto da Sieh, è la chiarezza nella comunicazione tra i genitori. È importante specificare le proprie aspettative fin dall’inizio.
Se si desidera che un altro genitore rimanga per tutta la durata dell’incontro, oppure che il tempo di gioco sia limitato a un paio d’ore, basta dirlo chiaramente. Frasi ambigue come “portalo per le 13” o “può stare da noi nel pomeriggio” possono facilmente creare incomprensioni.
Oltre alla comunicazione tra adulti, è importante anche prestare attenzione alle preferenze dei bambini. Alcuni potrebbero sentirsi sicuri e a proprio agio nell’andare a casa di un amico da soli, mentre altri potrebbero avere bisogno della presenza di un genitore. È fondamentale rispettare i tempi di ciascun bambino e non forzarli a essere indipendenti prima del dovuto.
Un equilibrio tra protezione e autonomia
La storia di Sieh sottolinea la difficoltà di trovare un equilibrio tra protezione e autonomia. È comprensibile che i genitori vogliano proteggere i propri figli, specialmente in un mondo sempre più complesso e ricco di sfide. Tuttavia, concedere gradualmente ai bambini piccoli spazi di indipendenza può aiutarli a sviluppare fiducia in sé stessi e a gestire meglio le loro relazioni sociali.
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Non esiste quindi un’età precisa e valida per tutti i bambini per andare a casa di un amichetto senza genitori al seguito. La decisione dipende da vari fattori, tra cui la maturità del bambino, la fiducia nei genitori degli altri bambini e la capacità di comunicare in modo chiaro.
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