Il tasso di mortalità infantile è una statistica che viene utilizzata per calcolare la mortalità dei bambini entro il primo anno di vita. In termini semplici è circa il rapporto dei bambini che sopravvivono al primo anno di vita e quelli che, purtroppo, muoiono. Tale tasso è alquanto rilevante in quanto è correlato alla situazione sociale, ambientale, economica e soprattutto sanitaria della popolazione in esame. Studiando i dati statistici si nota che esiste una correlazione cioè un legame piuttosto evidente tra reddito del Paese e probabilità di vivere oltre i primi 5 anni d’età.
Il legame tra povertà e mortalità infantile
L’Unicef afferma che, secondo i dati in suo possesso, annualmente un milione di neonati non sopravvive al primo giorno di vita e circa due milioni e mezzo non superano il primo mese. In altri termini, quotidianamente 7.000 neonati perdono la vita. Action Aid conferma i dati dell’Unicef evidenziando come l’analisi del tasso di mortalità infantile mostri in modo chiaro che il problema è molto diffuso e ampio soprattutto nell’Africa subsahariana ma non solo in quelle regioni. Si afferma anche che un bimbo partorito in queste zone ha il 14% di probabilità in più di morire entro i 5 anni d’età rispetto ad uno nato in un Paese ad alto reddito. In queste aree, infatti, le donne non possono essere assistite in modo consono durante la gravidanza, il parto e il post parto a causa di conflitti e povertà. Ciò ha come conseguenza la morte infantile e spesso anche della madre per le complicazioni del parto.
La malnutrizione come maggiore causa di mortalità infantile
La malnutrizione è la prima causa di decesso infantile. Action Aid parla di circa tre milioni di decessi all’anno. Essa predispone l’organismo ad ammalarsi di numerose patologie e le aggrava. Le patologie più comuni a cui un bimbo può andare incontro sono: la polmonite, il morbillo, la dissenteria, la poliomelite, la pertosse, la difterite, la malaria, il tetano. In Italia fino a qualche decennio fa quando un bimbo nasceva, talvolta si sentiva l’espressione “lotteria della vita” per sottintendere che l’esito di una gravidanza non era per nulla scontato, che si poteva vincere o perdere. La speranza è che si riesca a rendere questo splendido percorso sempre meno rischioso in tutto il mondo.
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Qualche giorno fa, per lavoro, guardavo le statistiche della mortalità infantile italiana del primo dopoguerra. Nonostante sia consapevole dei numeri, rileggerli in dettaglio è stato devastante, con una bimba di quasi un anno in casa.
Sono passati solo 70 anni, ma a sentire le derive di certi deficienti che hanno avuto la cattiva idea di procreare vien voglia di mettere mano al bastone.