Dato in affido dalla nascita, a 4 anni viene dato in adozione ad un’altra famiglia

21 marzo 2025 –

Un caso che sta facendo discutere e scuote l’opinione pubblica: Luca (nome di fantasia) è oggi un bambino di 4 anni che è stato in affido sin dai primi giorni di vita. Ora è stato allontanato dalla famiglia che lo ha cresciuto, in un lunghissimo affido-ponte, per essere dato in adozione a una nuova famiglia.

La vicenda si è trasformata in un caso nazionale, con un ricorso legale in corso e una petizione online che ha già raccolto migliaia di firme.

Affido dalla nascita: la storia di Luca

Aveva appena 30 giorni di vita quando Luca una coppia lombarda lo ha accolto in affido ponte. Una coppia con altri 3 figli naturali ed esperienza decennale nell’accoglienza di minori. Inizialmente il soggiorno doveva durare solo pochi mesi, perché è così che funzionano gli affidi-ponte. Ma invece il piccolo è rimasto con loro per quattro anni. In tutto questo tempo, quella casa è diventata per lui l’unico vero riferimento affettivo: gli unici “genitori”, fratelli, amici e insegnanti che abbia mai conosciuto.

L’affido non è e non dev’essere una scorciatoia per l’adozione, ma le regole vanno rispettate da tutti, anche dal tribunale, che deve perseguire degli affidi-ponte che abbiano una durata canonica, di sei mesi-massimo un anno. Altrimenti più passa il tempo, più diventa un danno al bambino spostarlo e cambiargli famiglia“, ha osservato l’avvocata della famiglia, Sara Cuniberti.

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Nei mesi scorsi il giudice aveva chiesto alla famiglia se sarebbero stati disponibili ad adottare il bimbo, e la risposta era stata sì. A gennaio però è arrivata la doccia fredda: il Tribunale dei Minori di Milano ha stabilito l’adottabilità del bambino, ma assegnandolo ad un’altra famiglia.

La decisione del tribunale e lo strappo improvviso

La decisione del Tribunale è stata inattesa, soprattutto dopo la disponibilità della famiglia affidataria. E nonostante il ricorso d’urgenza per l’adozione in casi particolari, (presentato il 10 febbraio) hanno scoperto subito dopo che l’indomani sarebbero venuti gli assistenti sociali per far conoscere al bambino la sua nuova famiglia.

Così è stato e da allora di lui non sappiamo nulla“, ha raccontato l’avvocata Cuniberti.

Inoltre secondo la famiglia affidataria il trasferimento è stato comunicato al bambino in un modo decisamente poco ortodosso: “Li aveva incontrati solo una volta, per due ore, il giorno precedente. Il trasferimento per altro gli è stato comunicato quando era solo in una stanza con due assistenti sociali che non aveva mai visto. Una cosa folle, che in tanti anni di carriera non mi era mai capitata

La reazione della famiglia affidataria: “Scelta incomprensibile e dannosa”

Secondo l’avvocata della coppia, Sara Cuniberti, il modo in cui è avvenuto il distacco è stato traumatico e inaccettabile.

Adesso la speranza è che “il ricorso urgente per l’adozione in casi particolari venga trattato rapidamente e che il tribunale capisca di aver sbagliato, revochi il decreto di adottabilità emesso e conceda l’adozione ai miei assistiti. In modo che questa situazione si risolva in una piccola parentesi di qualche giorno fuori casa”.

La legge sull’affido ponte prevede un periodo limitato, ma se le istituzioni permettono che passino anni, il legame che si crea non può essere ignorato. Spostare un bambino dopo così tanto tempo significa infliggergli un trauma emotivo profondo”, ha sottolineato Cuniberti.

L’appello pubblico e la reazione del Garante

Parallelamente, è stata lanciata una petizione online intitolata “Per salvare Luca”, che ha già superato le 8.000 firme. Nel testo, i genitori affidatari parlano di “strappo irreparabile” e “bomba emotiva” che rischia di esplodere nell’adulto che Luca diventerà.

Il tribunale dovrebbe tutelare il supremo interesse del minore, non metterne a rischio l’equilibrio emotivo e affettivo”, scrivono i promotori.

Intanto sia il Garante Regionale che la Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza hanno espresso le loro perplessità su come è stato gestito il “caso di Luca”. In un comunicato, pubblicato su Lombardia Quotidiano, si è espresso il Garante regionale Riccardo Bettiga:

Il tempo trascorso, 4 anni (tutta la vita del bambino, non una parte) ha inevitabilmente stravolto quello che era un affido temporaneo, e ciò non per una responsabilità imputabile né ai genitori affidatari, né al bambino, tenendo conto anche della necessità di garantire il diritto alla salute soprattutto mentale, alla serenità e alla continuità affettiva, di cui apparentemente sembra non ne sia stato preso atto. Era pertanto così necessario e davvero obbligatorio far scontare la sofferenza per tale condizione alla famiglia e al bambino? Era davvero necessario muoversi così?”.

E poco dopo anche la Garante Nazionale, Marina Terragni in un comunicato stampa.

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni si associa alla preoccupazione del Garante per la tutela dei minori e delle fragilità della Lombardia Riccardo Bettiga per il caso di Luca, bambino allontanato dopo quattro anni dalla famiglia affidataria (che l’ha avuto con sé fin dalla nascita) per iniziativa del Tribunale per i minorenni di Milano che ne ha recentemente decretato l’adozione. La speranza è che possano essere individuate misure per garantire la continuità affettiva nell’interesse del bambino, interesse che è e resta la nostra assoluta priorità.

Affido, adozione e diritti dei bambini: e la continuità affettiva?

Il caso di Luca riaccende il dibattito sull’affido-ponte, sull’adozione e sui diritti dei bambini a una continuità affettiva. Quando le istituzioni non rispettano i tempi previsti dalla legge, chi paga davvero è il minore. Ogni decisione dovrebbe avere come obiettivo primario il benessere psicologico e affettivo del bambino, non solo l’osservanza formale delle norme.

Sul caso si è espresso anche Alberto Pellai, che anche se non è un giurista, è medico e psicoterapeuta esperto in età dello sviluppo.

Detto questo, si aspettano ancora le valutazioni e le motivazioni del Tribunale dei Minori di Milano, che ha preso questa decisione per motivi ancora non noti.

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