La domenica è tra le piacevoli sorprese della maternità.
Sia chiaro e venga messo agli atti che no, non disdegnerei affatto una domenica intera passata a rotolarmi tra le lenzuola, poltrendo e riducendo le mie funzioni vitali al solo dormire e al mangiare. Anzi.
Per anni la domenica per me ha avuto l’unico scopo di assorbire tutta la mia stanchezza, il mio sonno e di restituirmi al lunedì parecchio rincoglionita e pure un po’ intristita. La domenica per me è sempre stata un non-giorno. Fatta per dormire fino alle due, per trascinarsi dal letto al divano e dal divano al letto, per trangugiare cibo tipo fast food semi distesa sul divano.
Ora, premettendo che ancora trangugio pizza o hamburger comodamente seduta sul divano, ho scoperto che la domenica può essere molto di più di un non giorno. La domenica è un giorno da dedicarsi. Da passare con tuo figlio che, durante la settimana, non hai fatto altro che mollare ai nonni o all’asilo. Da passare col tuo coinquilino con il quale, durante la settimana, hai scambiato due parole per sbaglio durante la cena. Ma solo perché eravate seduti allo stesso tavolo. Da passare prendendo la macchina e girando la tua regione che, l’hai sempre pensato, ha ancora tanto di bello da farti conoscere.
Un giorno in cui puoi perdere tempo, dimenticare l’orologio, rotolarti per terra, al parco, mangiare fuori. Domeniche d’inverno passate al mare e domeniche d’estate passate in montagna. O all’Ikea. Un giorno da aspettare, progettare, organizzare. Insieme. Ché poi è qua che si racchiude l’essenza.
Questa la differenza tra ora e prima, quando amavo tutti i giorni della settimana tranne la domenica. Prima ero single e la domenica me lo ricordava con tutto il suo carico di malinconia. Mi ricordava quanto fossi sola – il che di solito andava più bene – e desiderosa di un abbraccio che mi proteggesse.
Ora la domenica c’è qualcuno che vuol star con me, che reclama la sua mamma che ha lavorato per tutta la settimana, che vuole fare cose insieme a me. Quella voglia di passare tutta la giornata a letto non mi lascerai mai. Almeno per i primi trenta minuti della giornata. Ma poi mi piace sapere che, davanti a noi, c’è una giornata da costruire, un giorno intero per abbracciarsi, giocare e esplorare nuovi luoghi. Per conoscersi.
Per vedere l’entusiasmo di un piccolo uomo che scopre quanto sia bello passare una giornata insieme.
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