Pagelle scolastiche piene di brutti voti, insegnanti che si lamentano, genitori che sgridano e bambini mortificati.
I motivi di un’insufficienza possono essere tanti, in molti casi si tratta davvero di scarso impegno sui libri, mentre altre volte la causa può essere semplicemente un modo diverso d’imparare. E se le difficoltà del piccolo con lettere e numeri fossero sintomi di dislessia?
Classificato come disturbo specifico dell’apprendimento, la dislessia non va confusa con deficit di natura sensoriale o neurologica, nel senso che il bambino dislessico non ha un ritardo mentale ma solo dei disturbi legati ad abilità scolastiche come leggere, scrivere e risolvere calcoli. Questi soggetti possono condurre una vita assolutamente normale e anche i problemi nel percorso scolastico si risolvono comprendendo che il dislessico apprende in maniera diversa rispetto agli altri, quindi per lui andranno pensati interventi specifici.
La diagnosi di un’eventuale dislessia nasce da consulti incrociati con neuropsichiatri, psicologi, logopedisti, e arriva in genere alla fine della seconda elementare. Ma quali sono i sintomi che possono far pensare a questo disturbo? Eccone alcuni:
– problemi di ortografia, con scambio di lettere: il bambino dislessico spesso confonde m/n o b/d, il che rientra in una più ampia difficoltà legata all’interpretazione dei simboli
– inversione di numeri (es. 13/31)
– difficoltà a memorizzare informazioni in sequenza, come le tabelline, le lettere dell’alfabeto, i mesi dell’anno, ecc.
– lettura lenta e difficoltosa
– problemi di comprensione del testo scritto: può succedere che i bambini dislessici arrivino a fine pagina senza aver capito il senso di quel che hanno letto
– calligrafia illeggibile o disordinata (la cosiddetta disgrafia)
– difficoltà a esprimere a parole i pensieri
– difficoltà nel dettato, perché non si riesce a trascrivere in maniera automatica le informazioni date oralmente.
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