La genitorialità come esperienza di realizzazione personale e la difficoltà di far quadrare i conti sono alla base dei risultati dell’ultima indagine promossa dal Censis, riguardo l’essere genitori oggi che, complice la crisi, è sempre più difficile.
Infatti, per l’83% degli intervistati (con picchi fino al 90% degli under 34) il calo di nascita dal 2008 a oggi (meno 62.000 bambini) è attribuibile all’attuale situazione economica, ma non solo. Gli intervistati infatti puntano il dito anche contro lo Stato: secondo il 61% degli intervistati, se lo Stato aumentasse la rete assistenziale nei primi anni di vita, gli sgravi fiscali e le politiche a sostegno della famiglia le coppie potrebbero mettere al mondo più figli (il nostro tasso di natalità è di 9 nati ogni 1000 abitanti contro la media europea di 10,4, più basso di Spagna, Francia e Regno Unito).
Particolarmente interessanti sono i dati sul concetto di famiglia tradizionale: oltre il 46% degli intervistati ha dichiarato di essere favorevole alla possibilità che anche i single possano diventare genitori, mentre il 29% si è espresso a favore della genitorialità delle coppie omosessuali.
Non potevano mancare domande sull’infertilità: in media, le coppie si rivolgono a uno specialista dopo 21,4 mesi di tentativi di concepimento non riusciti, un tempo già lungo che lo diviene ancora di più per le coppie con basso livello di alfabetizzazione. Se i genitori hanno una formazione limitata alla scuola dell’obbligo, i tempi salgono a 29,5 mesi.
Infine, la gran parte degli italiani è favorevole sia all’inseminazione omologa in vivo che e alla fecondazione omologa, rispettivamente l’85% e il 73% del totale; più scettici sull’eterologa (40% favorevole) e ancora di più sull’utero in affitto (14%)
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