Internet è sbarcato pressoché in tutte le case e la comodità di avere a portata di mouse un universo di nozioni e saperi in tutti i campi, dal cinematografo alla meccanica, diviene particolarmente appetibile quando al piccolo sono uscite delle strane macchie sulla pelle oppure per saperne di più su quel dolorino che da tempo ci affligge.
La tendenza di rivolgersi al web per avere un consulto medico e sciogliersi i dubbi sta diventando una vera e propria abitudine che, secondo le stime, condividono circa 8.5 milioni di italiani, fra cui una buona fetta di mamme.
Che il web sia comodo, nessuno ne discute, semmai è l’affidabilità dei siti che diffondono nozioni mediche a finire sul banco degli imputati: un tempo, nelle case degli italiani, non mancava mai l’enciclopedia medica, il punto di riferimento dove, dal nonno al nipotino, tutti potevano trovare un consulto professionale; oggi c’è il web.
La differenza non è solo nel metodo di ricerca (cartaceo o telematico), quanto alla professionalità di chi scrive.
Infatti dietro le titaniche enciclopedie della salute c’erano (e ci sono) comitati scientifici composti da medici specialisti. Dietro le nozioni che troviamo sul web non sempre ci sono persone con i titoli e le competenze adeguate per dispensare consulti e pareri.
Dare un’occhiata a cosa significhi un termine medico su Google non sarà certo un reato, a condizione di verificare l’affidabilità e la professionalità del sito e di prendere sempre con le dovute cautele ciò che leggiamo. Infatti, non dobbiamo mai considerare quanto letto online come un sostituto del consulto di un parere medico svolto dal vivo e “su misura” per noi.
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