A volte è proprio il caso di dirlo: la tecnologia può salvare la vita. Deve averlo pensato anche la mamma di Stromboli che qualche giorno fa è riuscita a curare il proprio bimbo affetto da una brutta bronchite facendo visitare il piccolo – a distanza e virtualmente, tramite WhatsApp – da un’amica pediatra.
Carolina Barnao – questo il nome della mamma 2.0 – ha fatto di tecnologia virtù e del resto non potrebbe essere diversamente, perché le condizioni del sistema sanitario a Stromboli, così come in altre isole dell’arcipelago delle Eolie, non sono delle migliori: da queste parti si può trovare la guardia medica, ma niente pediatra. Per quello bisogna andare a Lipari, il che significa attraversare il mare e in inverno non è sempre facile.
I piccoli, allora, rischiano di restare privi dell’assistenza necessaria, proprio come il figlio di Carolina. Per curare la bronchite del bambino la donna ha tentato una strada non convenzionale: registrare il suo respiro e inviare il file tramite WhatsApp a una pediatra, per un’auscultazione via smartphone. A parlare di questa storia a lieto fine è proprio Carolina che, sulla propria pagina facebook, attraverso la vicenda del figlio riaccende l’attenzione sulle molte falle del sistema sanitario in Italia.
Ben vengano la tecnologia e l’arte di ingegnarsi da parte dei genitori, ma l’esistenza di zone del paese che restano spesso completamente isolate dovrebbe suscitare riflessioni e stimolare interventi che non possono arrivare solo dai privati. Viva gli smartphone, allora, ma non facciamoceli bastare.
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