Non riesco a pensare davvero che da quello che sta succedendo, noi usciremo migliori. All’inizio sì, ci ho creduto anch’io, ho pensato per un momento che avremmo imparato l’empatia, l’amore per le piccole cose. Che io per prima lo avrei sperimentato.
E invece, ha vinto l’individualismo, la corsa alle provviste scriteriata ed egoista, la volontà di raggirare la legge, fregarsene delle regole perché io sono più furbo di te.
Quindi no, non credo che ne usciremo migliorati, però una cosa l’ho capita: usciremo con la consapevolezza che anche noi sappiamo essere genitori.
Anche noi che, pur essendolo da anni, ci siamo sempre nascoste dietro l’alibi della madre che per rendere felice un figlio deve essere felice lei, per prima. Quelle che hanno deciso di non sacrificare tutto il loro tempo per fare i genitori a tempo pieno. Quelle che, va bene i figli, ma sono anche una donna, una professionista, una moglie.
Poi, è arrivato il COVID-19 e noi tutte abbiamo scoperto che al di là della visione che avevamo delle nostre qualità di madri, i genitori li sapevamo fare eccome. E tra compiti in casa, lavoretti e creatività fai da te, pane, pizza e dolci, canzoni, balli, abbracci, tanti abbracci, abbiamo visto in controluce quello che avremmo potuto essere fin dall’inizio, ma non siamo stati.
Poco male, lo siamo ora, lo saremo ancora per un po’, lo saremo finché dovremo per poi tornare a gestire i nostri tempi come crediamo sia giusto fare, ognuno in modo diverso.
Ma con una consapevolezza nuova: quella di saper essere delle brave mamme anche noi.
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