È morto all’età di 71 anni lo psicologo Jesper Juul, conosciuto in tutto il mondo per i suoi best seller dedicati alla pedagogia e all’educazione dei bambini.
Tra i suoi indiscussi capolavori ricordiamo “Il bambino è competente. Valori e conoscenze in famiglia” e “I no per amare”, che in Italia sono stati pubblicati entrambi dalla casa editrice la La Feltrinelli.
Juul è morto a causa di una polmonite che nelle ultime settimane lo ha costretto ad un ricovero forzato. La malattia è purtroppo degenerata portando lo psicologo alla morte, a darne il triste annuncio è stato il figlio Nicolai.
Jesper Juul: un’ispirazione per tanti genitori
Lo psicologo danese, morto all’età di 71 anni a causa di una grave forma di polmonite, era nato il 18 aprile del 1948 a Vordingborg. Durante il suo percorso formativo è stato allievo dello psichiatra statunitense Walter Kempler e dello psichiatra infantile conterraneo Mogens A. Lund.
Jesper Juul è stato direttore del centro di perfezionamento familiare, situato a Odder, il Kempler Institute di Scandinavia. Nel 2004 aveva aperto un scuola per genitori a cui aveva dato il nome di “FamilyLab International”.
La prima sede della “scuola di formazione per genitori” è stata fondata in Danimarca, ma grazie al successo riscosso da quest’iniziativa, negli anni successivi sono state aperte altre scuole in Germania, in Svizzera, in Croazia, in Norvegia, in Austria, in Svezia, in Slovenia e anche nel nostro Paese.
Morto Jesper Juul: il suo pensiero lo rende immortale
Dal 26 luglio lo psicologo danese non è più in vita, ma i suoi scritti e il suo pensiero pedagogico contribuiranno a rendere immortale questo luminare della psicologia infantile, secondo il quale i bambini non sono dei libri bianchi, ma nascono con delle competenze che vanno riconosciute e rispettate dai genitori, come spiega nel suo libro “Il bambino è competente”
“Non si pensava che potessero essere se stessi. Ci si aspettava che recitassero, esattamente come in una commedia. E ci si aspettava che imparassero la loro parte, proprio come dei veri attori.”
Spesso mamma e papà si comportano con i loro figli come se avessero di fronte una persona “nuova”, ovvero un soggetto che non ha nessun tipo di predisposizione o di criterio di valutazione del mondo che lo circonda.
Purtroppo questo atteggiamento annienta la personalità del bambino, rendendolo insicuro. Per questo i genitori devono cercare di comprendere chi è il bambino e non offrigli una realtà preconfezionata.
“Quello che abbiamo veramente insegnato ai figli per anni è il rispetto del potere, dell’autorità e della violenza, non il rispetto per gli altri esseri umani.”
Ecco alcune delle frasi più belle che ci ha regalato, sempre tratte dal libro “Il bambino è competente”:
“Dicendo che i nostri figli sono competenti intendo dire che sono in grado di insegnarci ciò di cui abbiamo bisogno.”
“L’interazione tra genitori e figli è un processo di mutuo apprendimento, e quanto più trattiamo gli altri con dignità, tanto più ne otteniamo un vantaggio reciproco.”
“I figli smettono di collaborare perché l’hanno fatto troppo e per troppo tempo, oppure perché la loro integrità è stata ferita. Mai perché non sono collaborativi.”
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