Crescere un figlio è difficile. Difficilissimo. E di certo non avete bisogno di leggere i miei post per scoprirlo.
Il fatto è che io stessa scopro questa cosa un po’ alla volta e soprattutto scopro che crescere un figlio, come tante altre cose, non è un percorso regolare ma un impervio tracciato fatto di cadute, corse in avanti e passi indietro, salite (tante salite) e qualche discesa in fondo alla quale, magari, ti trovi al punto di prima.
Ieri, per caso, ho riletto un vecchio post, scritto nel blog qualche mese fa, di domenica mattina appunto, di getto, in preda ad uno sconforto freddo, che descriveva uno stato d’animo parecchio confuso davanti al fatto che, per quanto provassi ad avere una vita normale, a non rinchiudermi in casa perché un figlio è vita e voglia di vivere, la stanchezza, le preoccupazioni, il sonno fossero sempre più forti di qualsiasi mio slancio vitale.
L’ho riletto e, dopo mesi, ho ritrovato quelle stesse identiche sensazioni. O forse è proprio perché ero in quel preciso stato d’animo che sono finita a leggere quelle parole.
Filosofeggiamenti a parte, ieri mattina avrei voluto essere altrove, da sola, a passeggiare in qualche città sconosciuta, perdendomi, sottobraccio a quel senso di imprevedibilità del quale la mia vita era piena fino a, praticamente, l’altro ieri. Avrei voluto dormire tutto il giorno oppure uscire e tornare, forse, il giorno dopo. Avrei voluto decidere da sola e per me senza prima pensare a quali sono i miei doveri.
Avrei voluto fare tardi.
Avrei voluti non pensare.
Avrei voluto premere l’acceleratore.
Avrei voluto vedere gente, fare cose.
Avrei voluto indossare i miei jeans, quelli di qualche taglia fa.
Avrei voluto sentirmi bene quando mi guardo allo specchio.
Avrei voluto che ieri non fosse stata una giornata no.
Però lo era. Era un giorno no, come ce ne sono stati tanti altri prima e come tanti altri verranno. Un giorno che non vuoi ma devi. Un giorno in cui niente è a colori ma tutto in bianco e nero. Un giorno in cui ti devi accontentare. Un giorno in cui l’inerzia cammina per te. Un giorno in cui crescere un figlio è più difficile del solito.
Anche se c’è quel suo ridere di gusto quando lo guardi appena. I suoi bacini morbidi. Il suo profumo piccolo e buono. Le sue faccette buffe.
Lo so, tutto questo non risolve i giorni no però aiuta a viverli.
Perché un giorno no è sempre preludio di un giorno sì.
Il video della settimana
Saretta, hai ragione anche tu. E magari fossi ancora dall’altra parte della barricata la penserei come te ma come dici tu, non ci accontentiamo mai. Intanto ti abbraccio forte. Passa in redazione almeno ci facciamo un salutino :)
Lucre ti scrivo perché spero che sapere che c’è qualcuno non troppo lontano da te che si sente esattamente all’opposto tuo possa darti in un certo senso un po’ di sollievo.
Sai io sto in fase decisionale per quanto riguarda il mio futuro lavorativo, mi sto organizzando per andare all’estero visto che vorrei tanto insistere nel mio settore e in Italia proprio non c’è speranza!
Beh a volte ho un po di adrenalina pensando all’incerto che mi aspetta ma in realtà sento che sono stufa di poter dormire tutto il giorno, uscire e tornare, forse, il giorno dopo, decidere da sola e per me senza prima pensare a quali sono i miei doveri (perché apparte pulire e riordinare casa non ne ho), fare tardi e stare male tutto il giorno dopo, da sola in depressione, non pensare, premere l’acceleratore, vedere gente (tanto è sempre la stessa).
L’idea di passeggiare in qualche città sconosciuta, perdendomi, sottobraccio a quel senso di imprevedibilità mi ha stufato!Anche perché è una vita che cambio continuamente strada e se tiro le somme, ho imparato molto e ho un curriculum così lungo da fare invidia a chiunque, ma alla fine senza una minima stabilità su niente io crollo! Vorrei tanto averne una, soprattutto affettiva e non ti nego che provo un po’ di invidia per tutte le cose belle che stai vivendo perché penso che un figlio sia il più grande arricchimento che ci possa essere nella vita, molto più di tutte le emozioni che uno va cercando vivendo alla giornata, se così si può dire! come vedi c’è qualcuno che vive ciò che ti manca in certi giorni e che vorrebbe vivere come te! Forse è una prerogativa di noi donne, se abbiamo i capelli lisci li vogliamo ricci, se siamo normo-peso vogliamo dimagrire e se siamo troppo magre vogliamo ingrassare… non ce ne va mai bene una! Eternamente insoddisfatte!!! Laddove, invece, dovremmo solo godere di quello che ci offre la vita, sia che siano responsabilità o possibilità piovute dal cielo, perché Lucrè, la vita è sempre un’avventura! Un abbraccio
Uescivà… mi sembra di averla sentita questa cosa qua :)
grande Ceraunavodka!!!
ah, io a dirla tutta, ne avevo molti più quando non ero mamma. sarà che avevo più tempo per tutto. anche per quello :)
Perché un giorno no è sempre preludio di un giorno sì… ecco, appunto! E poi, i giorni decisamente no capitano anche a chi non è mamma. baci