Sabato scorso c’era il sole, la giornata ideale per uscire, vedere gente, fare cose, o anche niente volendo. E invece io avevo un impegno.
Erano mesi che mi ero ripromessa di farlo, da quando sul mio blog ne ho scritto dell’importanza. Non ne avevo voglia ma l’ho fatto.
Mi sono iscritta, insieme al mio Coinquilino, ad uno dei tanti corsi che la Croce Rossa Italiana organizza per insegnare le manovre di disostruzione pediatrica. I corsi, che non sono obbligatori in nessuna struttura, nemmeno in quelle predisposte per l’accoglienza dei bimbi, sono finalizzati all’insegnamento delle operazione di primo soccorso dei bambini che rischiano il soffocamento per aver ingerito oggetti o bocconi di cibo troppo grossi.
Le statistiche parlano chiaro, in Italia sono 50 circa i bambini che ogni anno muoiono per incidenti evitabili. Il 27% delle morti classificate come “accidentali” nei bambini da 0 a 4 anni avviene proprio per soffocamento, il che significa che è questa la seconda causa di morte accidentale nei bambini. Bambini che, probabilmente, non hanno avuto accanto a loro un adulto in grado di intervenire prontamente, effettuando le giuste manovre per salvarlo.
Questo il motivo, insieme ad un articolo letto tempo fa su Vanity Fair che mi aveva molto colpito, per il quale ho messo da parte pigrizia e tutti i ma poi figurati se io ne sarei capace del caso e ho deciso di dedicare un sabato pomeriggio a questo corso. Pur essendo prevenuta e pensando di dover ascoltare chiacchiere inutili e ripetitive.
Non è stato così. Il corso si è rivelato assolutamente interessante oltre che formativo, tenuto da personale competente, professionale e capace. Feedback talmente positivo che proprio non è da me.
Una lezione frontale introduttiva, poi dimostrazione pratica delle manovre di pronto soccorso eseguita dai volontari della CRI e un’ultima parte pratica durante la quale abbiamo eseguito noi in prima persona le manovre.
Ora non dico che partecipare ad uno di questi corsi metta al riparo da fatalità, né che basti aver provato un paio di volte a salvare un manichino per avere la prontezza e la capacità di ripetere quelle operazioni, in caso di necessità, su tuo figlio. Naturale che ogni situazione porta con sé variabili che non si possono prevedere resta, però, il fatto che ora ho nozioni che prima non avevo. Superficiali di sicuro, ma ce le ho.
E vorrei che le avessero anche tutte le altre persone che passano tempo con mio figlio, nonni e maestre in primo luogo!
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