Il diritto all’istruzione è una cosa che nei paesi più ricchi si dà spesso per scontato: eppure ci sono paesi, dai terreni impervi e la natura inospitale, che influiscono ogni giorno sulla vita dei bambini e sulla loro difficoltà a raggiungere le poche scuole che ci sono.
I bambini che sfidano i pericoli per poter andare a scuola
C’è un fiume in Nepal molto conosciuto soprattutto per il rafting: la gente va lì in vacanza per provare l’ebbrezza delle rapide e di gole scoscese per immergersi nella natura, durante una bella vacanza. Quello che i vacanzieri non sanno è che il fiume non è un’attrazione, ma una barriera naturale quasi insormontabile, per le comunità contadine di quell’area.
Tantissime persone sono costrette ad attraversare il fiume per spostarsi da una parte all’altra su pericolosissimi ponti di soli cavi (i famosi ponti tibetani appunto) o con cesti sospesi e carrucole. Tra questi, tantissimi bambini che affrontano ogni giorno viaggi molto pericolosi per poter andare a scuola. In molti remoti villaggi del Nepal questa è la vita quotidiana: per andare a scuola non ci sono SUV o autobus, ma lunghi sentieri da fare a piedi e traversate pericolose.
Oltre alla pericolosità dell’impresa, perché la sicurezza qui è un optional, è proprio incredibile vedere che lunghi viaggi impervi sono disposti a fare i bambini per andare a scuola. E tante persone lo fanno quotidianamente per andare al lavoro o al mercato.
Questo quando va tutto bene, quando le acque non sono tumultuose e quando i cavi non sono danneggiati: altrimenti molti abitanti di questa zona rischiano di restare isolati per settimane.
I pericoli quotidiani degli abitanti di Kumpur, Nepal
Come a Kumpur, un villaggio di montagna a 4000 metri sul livello del mare, attraversare il fiume Trishuli è un percorso obbligato per poter andare a scuola. Una volta raggiunto il fiume, dopo circa un’ora di sentieri impervi, i bambini si infilano nel “tuin”, un cesto che viaggia su corde arrugginite e rappresenta l’unico modo per andare dall’altra parte.
Il viaggio verso la scuola non si conclude però una volta attraversato il fiume. Gli studenti devono poi prendere mezzi di fortuna e fare l’autostop per raggiungere l’istituto scolastico. Questo tragitto, che include anche il ritorno a casa, richiede diverse ore ogni giorno.
Il tuin, gestito dagli anziani del villaggio, è essenziale per la comunità di Kumpur. Tuttavia, la sua affidabilità è davvero bassa: se il cesto è rimasto sull’altra sponda, i bambini non possono attraversare il fiume e sono costretti a rinunciare alla scuola. Inoltre, la fragilità di questo mezzo di trasporto evidenzia la necessità di soluzioni più sicure e affidabili.
Incidenti e pericoli costanti
L’attraversamento del fiume con il tuin non è infatti privo di rischi. Nel 2010, un tragico incidente causò la morte di cinque persone quando il cesto cadde nel fiume Trishuli. Ogni giorno, i bambini e gli abitanti del villaggio mettono a rischio la propria vita per raggiungere la scuola o altre destinazioni essenziali.
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In risposta ai pericoli associati all’uso del tuin, il governo nepalese ha lanciato un progetto per costruire 366 ponti sospesi nella regione di Benighat. Questi ponti, progettati per offrire un’alternativa più sicura, avranno la possibilità di trasformare la vita dei residenti locali. Tuttavia, l’implementazione del progetto è ancora in corso e solo una parte dei ponti è stata completata.
E nonostante i rischi, molti abitanti di Kumpur continuano a preferire il percorso del tuin per la sua familiarità e rapidità.
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