Per i bambini è facile sentirsi diversi. Basta essere presi un po’ in giro anche in maniera amichevole dai compagni di giochi, o essere scherniti se si ha qualche piccolo difetto fisico. Il bambino che sbeffeggia non si rende conto del “danno” che arreca, mentre chi viene deriso non capisce che in fondo essere presi in giro per sciocchezze non dovrebbe avere importanza.
Eppure succede. Succede che un bambino piccolo può essere preso di mira se porta gli occhiali. È un esempio tra tanti, che fa capire bene quanto essere additati per una cosa del genere può far scattare nel proprio figlio il rifiuto, la voglia di essere uguale agli altri.
Far mettere gli occhiali ai bambini senza che questo diventi un peso o addirittura un problema è un compito difficile per una mamma, ma non impossibile.
Mettere gli occhiali non è un problema
Per un figlio portare gli occhiali non deve essere vissuto come un problema, ma come un valore aggiunto alla propria persona. Quello che può fare un genitore è proprio questo, far vivere al bambino la novità come un qualcosa di bello, un surplus che lo renderà speciale.
Far vivere questo evento come una cosa positiva è la scelta migliore per non far diventare l’occhiale da vista un nemico e un problema. È importante poi coinvolgere il bambino nella scelta dell’occhiale che porterà sul viso.
Ha degli eroi o dei personaggi dei cartoni animati preferiti? Perché non fargli vivere questo momento come la possibilità di scegliere lui stesso l’occhiale da vista? In commercio esistono tante soluzioni per bambini, coinvolgerlo nella scelta lo aiuterà a sentirsi protagonista, ad accettare con il sorriso questa novità.
E se una volta scelti o cambiati gli occhiali il bambino viene deriso dagli amichetti?
Il genitore ha un ruolo molto importante in questa fase e deve aiutare il figlio a superare la presa in giro. Il dialogo in questi casi aiuta tanto, a qualsiasi età. A tre anni come a cinque: ascoltare un figlio e impostare un rapporto sul dialogo migliora la sicurezza del bambino e lo aiuta a sopportare le prime batoste della vita.
Spetta al genitore trovare la chiave giusta con cui parlare con il bambino. Sceglierà in base alla sua età il linguaggio migliore e in maniera più o meno giocosa lo aiuterà a superare il problema.
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